Winnie Byanyima, direttrice esecutiva di Oxfam, ha annunciato stamani il lancio di una commissione di indagine, indipendente e di alto livello. Si tratterebbe di un piano d’azione globale contro gli abusi all’interno dell’ONG, in tutto il mondo. È il primo mea culpa di Oxfam che, dopo anni di insabbiamenti, venuti alla luce negli ultimi giorni, prova con questa iniziativa ad uscire dalla bufera.
Il ruolo della commissione di indagine
“Garantire che nessuno debba subire sessismo, discriminazione o abuso”. Questo il proposito, secondo Byanyima, della commissione di indagine che avrà potere di revisione sulle pratiche adottate da Oxfam. Si prevede il potenziamento dei controllori e del budget da investire nei controlli. Verrà creato, inoltre, un database globale di personale referenziato, onde ridurre l’uso di credenziali false. Come se questo fosse il problema, verrebbe da dire.
Le nuove accuse mosse ad Oxfam
Proprio nel giorno in cui Oxfam accenna a un piano d’azione contro la crisi morale in cui sembra precipitata, nuove accuse alimentano lo scandalo. Il Daily Mail pubblica, oggi, la testimonianza di una ragazza haitiana, oggi ventitreenne, con cui Roland Van Hauwermeiren, al centro dello scandalo, si sarebbero intrattenuto sessualmente dietro pagamento fin dal 2011. Fin da quando, cioè, la ragazza – di cui il quotidiano non menziona il nome – aveva 16 anni.
“Ciò che è successo ad Haiti ha macchiato Oxfam e ci scusiamo senza alcuna riserva”, dichiara Winnie Byanyima, annunciando che l’ONG pubblicherà quanto prima tutti i dati relativi all’inchiesta interna condotta da Oxfam nel 2011 sul caso Haiti.
“In Italia, non sono avvenuti casi di molestie e abusi sessuali”, è la difesa del direttore di Oxfam Italia, Roberto Barbieri. Parole che oggi appaiono quasi ironiche.