Ieri sera al Parc Olympique Lyonnais, lo stadio che ospiterà nel 2018 la finale d’Europa League, i padroni di casa del Lione si sono imposti per 3 – 1 sui sottomarini gialli del Villarreal. L’ultima rete è di pregevole fattura: un missile scagliato dai 25 metri che non dà scampo al portiere Asenjo. Chi ha premuto il grilletto è Memphis Depay, giovane esterno offensivo ex Manchester United approdato da un anno a Lione.
Che la vita di Memphis Depay fosse unica, singolare e difficile lo aveva capito lui stesso a quattro anni. Nel 98′, in quel di Moordrecht nell’Olanda meridionale, suo padre abbandonò per sempre moglie e figlio per poi non rivederli mai più. Tutti quei tatuaggi incisi sulla pelle di Memphis, sì perché rinnega il cognome paterno e mette solo il suo nome dietro la maglia, servono a ricordagli le sofferenze e le lotte che dalla strada lo hanno portato fino ai campi di tutta Europa. Calciare con violenza quel bolide ieri sera è la metafora della sua rabbia. Voler cancellare, spazzare via, i brutti ricordi.
Memphis covava rabbia dentro fin da bambino. Il calcio di strada, quello maleducato, quantomeno gli serviva a scaricarne un po’: poi la chiamata dello Sparta Rotterdam. Memphis doveva diventare un calciatore, quello era il suo destino. Ma un calciatore deve attenersi a delle regole, in campo e non: “Aspettiamo che scoppi una rissa o lo cacciamo?”. Queste parole ed altre del genere serpeggiavano negli spogliatoi durante i suoi anni allo Sparta, ed erano parole legittime (anche Memphis lo sapeva) per il suo carattere esuberante.
Philip Cocu (attuale tecnico del PSV Eindhoven) nota nel 2006 le sue potenzialità: ala dalla tecnica sopraffina, rapido, salta quasi sempre l’avversario e lascia partire cannonate micidiali dal suo destro. Proprio come ieri. Cocu vede che questo ragazzo ha il veleno addosso. Lo porta al PSV dove Memphis colleziona, dopo i primi anni nelle giovanili, 90 presenze e 39 reti dal 2011 al 2015.
Liverpool e PSG avevano già messo gli occhi sul fantasista Olandese, ma un suo vecchio connazionale, Louis Van Gaal (nel 2015 tecnico del Man. United) si accorge (nuovamente) di Memphis e decide di portarlo ai Red Devils dopo averlo già selezionato per la spedizione Mondiale.
Adesso tutti vogliono Memphis: a partire dal Milan, che nella recente finestra di mercato si era interessato al giocatore, e dal Lione che l’ha acquistato per 17 milioni di sterline dallo United lo scorso 20 gennaio 2017.
Memphis non è il solo ad essere stato abbandonato dal padre: anche il suo connazionale che milita nel Liverpool Virgil Van Dijk, il difensore più pagato nella storia del calcio (75 milioni di sterline), gioca con il solo nome dietro le spalle come anche Dele Alli, purissimo fantasista del Tottenham che martedì scorso ha sfidato la Juventus in Champions, costretto fino a 13 anni a vivere in una casa famiglia.