A Bologna, si temeva il peggio solo per questa sera: già alle 14, invece, la polizia caricava attivisti dei centri sociali. E ci sarebbero almeno cinque feriti (tra cui un agente). È questo il bilancio – provvisorio – di una mattinata di contestazione a piazza Galvani, in centro città, dove è previsto alle 19:30 un comizio del leader di Forza Nuova, Roberto Fiore.
“Questa è la nostra Resistenza”, gridavano i manifestanti. In 70, seduti per terra. Sono membri di collettivi, ma anche semplici studenti. Occupano la piazza quando poliziotti in tenuta anti-sommossa e auto blindante sono già presenti. Non passa molto tempo. Scoppia il caos. Una giornalista del Corriere di Bologna ha ricevuto una manganellata sul braccio, mentre cercava di documentare la scena. Intanto la città è paralizzata: il traffico è già in tilt alle 14:30.
“Diciamo no alla violenza fascista”, ha dichiarato il portavoce del centro sociale Crash. Era passata appena mezz’ora da quando il collettivo Hobo aveva fatto irruzione nel vicinissimo municipio: “Consiglio comunale complice dei fascisti”, tuonava lo striscione immediatamente sequestrato dai vigili urbani. “Sono gli stessi che hanno rivendicato l’attentato di Traini”, ha affermato un certo Alessandro, convinto di dover impedire il comizio di Fiore.
Sono comunque previsti presidi antifasciste in altri punti della città. L’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani) sarà presente in piazza Nettuno nel tardo pomeriggio, mentre la CGIL e altre sigle antifasciste su riuniranno a piazza Maggiore poco più tardi.
Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, non fa mancare il suo solito commento: “Antifascisti? No, solo figli di papà”. Ma anche il PD, tramite Fassino, è molto sprezzante: “Chi usa la violenza non conosce la storia della Resistenza”. Molte dinamiche di questa mattina sono ancora da accertare.