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Caso Oxfam, MSF si auto-denuncia: “Ma sono casi singoli”

Dopo Oxfam, Save the Children e Christian Aid, finisce nel mirino un’altra notissima ONG: Medici senza frontiere. I vertici di MSF, sulla scia del polverone sollevato dal Times con l’inchiesta sugli abusi in Oxfam, ammettono pubblicamente di aver ricevuto ben 146 denunce di molestie, violenza e discriminazione che coinvolgono direttamente membri del suo staff.

40 denunce si riferirebbero ad abusi, circa la metà sarebbero molestie sessuali. Su alcuni di questi casi, è stato accertato che le vittime di violenza erano persone del luogo. MSF ha reso noto di aver già cacciato già 19 operatori. “Singoli individui”, è la timida difesa di Federica Nogarotto, a capo degli operatori umanitari di MSF Italia.

“40 casi su 40 mila operatori”, precisa Nogarotto pur ammettendo di aver sentito parlare degli abusi proprio nei luoghi dove, secondo il Times, Oxfam avrebbe infangato il suo buon nome: Ciad, Haiti, Sudan. “È la cultura dell’abuso sessuale sempre più radicata in campo umanitario”, dichiara Helen Evans, ex garante di Oxfam ed oggi principale accusatrice delle ONG.

La Nogarotto non sembra d’accordo e controbatte: “Abusi e molestie, oggi, si presentano ovunque, ma questo non ci giustifica”. Il crollo morale delle ONG fa precipitare il numero delle donazioni: le conseguenze sono devastanti. Secondo Euronews, sarebbero 1300 le donazioni cancellate a Oxfam negli ultimi tre giorni. Star e testimonial abbandonano la sua immagine. Il governo è sempre più disposto a tagliare i contributi. A quante altre no-profit toccherà lo stesso trattamento?

Andrea Profeta

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Andrea Profeta
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