Infiamma il caso Oxfam: era già indagato per le sue abitudini sessuali da Merlin (un’altra organizzazione no profit), Roland Van Hauwermeiren, quando è stato assunto dall’ONG britannica sempre più coinvolta nella polemica. Oxfam l’ha licenziato dopo anni che era già sotto inchiesta da Merlin (ora parte di Save the Children), per le sue frequentazioni di prostitute durante la crisi umanitaria in Liberia nel 2004. È quanto rivelato oggi al Times da Paul Hardcastle che aggiunge come Van Hauwermeiren si servisse degli autisti di Oxfam per farsi accompagnare nei nightclub dove assoldava prostitute. Poi, le scortava nella villa che l’organizzazione affittava usando i fondi dei donatori.
Hardcastle, che era nello staff di Merlin nel 2004, sostiene di essersi lamentato di Van Hauwermeiren con Annie Macklow-Smith, che guidava le Risorse Umane, ed è ora a capo di Save The Children. Ció porta ad un’inchiesta interna e all’espulsione di Roland dalla Liberia già nel 2004. Tuttavia, Van Hauwermeiren resta responsabile per l’intervento di emergenza di Oxfam da 2006 al 2011. Ammette di aver frequentato prostitute con i soldi destinati ai terremotati solo dopo l’esplosione del caso Haiti. Finalmente, viene licenziato. Ma Oxfam non avrebbe passato le informazioni ad ACF, no-profit francese impegnata nella lotta alle fame nel modo, che ha impiegato Van Hauwermeiren come capo missione in Bangladesh tra il 2012 e il 2014.
“Lenta ad agire”, così Hardcastle definisce la condotta di Oxfam. “Ragazze che visitavano la sua casa … Ho pensato subito che si trattasse di prostitute”, ha poi aggiunto.
Amira Malik Miller, membro svedese di Merlin, ha affermato, leggendo il rapporto del Times sul caso Haiti: “Oh mio Dio! Sta facendo questo da 14 anni”.
“Una violazione di base della decenza umana”. È la reazione del presidente di Haiti, Jovenel Moïse. Mentre Minni Driver, attrice e ambasciatore Oxfam, annuncia di lasciare l’organizzazione dopo lo scandalo, Penny Maurdant, ministro britannico per la Cooperazione Internazionale, afferma durante una conferenza a Stoccolma: “È chiaro che la cultura che consente che ciò accada, deve essere cambiata e deve essere cambiata adesso”. Proseguono le indagini.