I carabinieri hanno bloccato due nigeriani nella Stazione Centrale di Milano perché sospettati di essere coinvolti nell’omicidio di Pamela, la ragazza di 18 anni di Macerata il cui cadavere è stato trovato in due trolley. I risultati dell’autopsia, ed in particolare il modo in cui è stato sezionato il corpo, hanno portato i militari sulle tracce dei due: uno trovato a Macerata e l’altro bloccato a Milano mentre cercava di raggiungere la Svizzera.
Il procuratore Giovanni Giorgio, attraverso un comunicato, ha fatto sapere che “sono in corso e si protrarranno per l’intera giornata audizioni a chiarimenti di più soggetti di nazionalità nigeriana”, ma che “non sono stati effettuati fermi”.
L’autopsia effettuata sui resti di Pamela Mastropietro ha chiarito solo in parte i mille interrogativi che avvolgono la morte della giovane maceratese. Secondo il professore Mariano Cingolani, potrebbero essere stati un insieme di fattori ad aver avuto un effetto legale: un colpo alla tempia con un oggetto contundente oppure uno spigolo, una coltellata al fegato e una dose di droga.
“Ci arriveremo. Il sezionamento del cadavere è stato fatto in modo scientifico per cancellare le prove”, ha aggiunto Cingolani. “Io, con gli strumenti giusti e un tavolo operatorio ci avrei messo almeno 10 ore per sezionare un corpo in quel modo, non posso credere che sia stato fatto in una vasca da bagno”, aggiunge il professore.
Questione di tempo: “Abbiamo molto lavoro davanti ma con la tecnologia riusciremo a dare le risposte a tutti i dubbi”. Di sicuro, però, i dettagli emersi complicano la posizione di Innocent Oseghale, arrestato per occultamento e vilipendio di cadavere e indagato anche per l’omicidio.
È emerso, in sostanza, come il sezionamento del corpo sia avvenuto in modo scientifico con l’obiettivo di cancellare le prove. Difficile provare lo stupro e lo strangolamento visto che oltre al sangue e all’urina, mancano alcune parti del cadavere. Gli inquirenti che indagano anche su un secondo pusher, Desmond Lucky, anche lui nigeriano, accusato di concorso nei reati.
Quello che si sa, comunque, è che il pusher avrebbe ceduto una quantità troppo piccola per far scattare l’arresto dello spacciatore. L’eventuale accusa di morte in conseguenza di altro reato non sarebbe invece contestabile in questo caso, perché non vi sono elementi per ritenere che il nigeriano fosse a conoscenza di circostanze per cui la vita di Pamela potesse essere messa a rischio dall’assunzione di una piccola dose di eroina.
In attesa di conoscere la verità, la comunità maceratese rimane in fermento. Nelle vie del centro si sono registrate diverse cariche della polizia per una manifestazione organizzata da Forza Nuova che ha violato il divieto del questore. Durante il contatto tra manifestanti e agenti sono volate anche delle manganellate. Dieci attivisti di Forza nuova sono stati portati in questura.