L‘inchiesta della procura di Messina sui casi di corruzione in Procura si allarga ulteriormente. I nomi nuovi iscritti nel registro degli indagati sono il sostituto procuratore Marco Di Mauro e l’ex pm Maurizio Musco, già condannato per abuso d’ufficio con sentenza definitiva in altro procedimento.
Nel calderone anche l’avvocato Ornella Ambrogio e il suocero di Longo, accusato di riciclaggio. L’inchiesta gira attorno all’ex pm di Siracusa Giancarlo Longo, arrestato martedì con le accuse di corruzione, associazione a delinquere e falso. Musco e Di Mauro, nei cui confronti sono state effettuate perquisizioni, hanno ricevuto l’avviso di garanzia nei giorni scorsi.
Secondo i pm di Messina, Longo, in cambio di denaro e regali, avrebbe pilotato una serie di indagini per favorire i clienti di due avvocati siracusani: Piero Amara, già legale dell’Eni, e Giuseppe Calafiore. Amara è finito in manette e sarà interrogato venerdì a Roma, mentre Calafiore è latitante a Dubai.
L’indagine corre parallela all’inchiesta dei pm romani su sentenze del Consiglio di Stato “comprate” che ha coinvolto, tra gli altri, l’ex presidente del CdS Riccardo Virgilio e lo stesso Amara. Oltre ad Amara sarà sentito anche l’imprenditore Fabrizio Centofanti, arrestato nell’ambito dell’indagine congiunta delle procure di Roma e Messina.
I due sono accusati dai pm romani di associazione a delinquere finalizzata al conseguimento di frodi fiscali. Ad Amara è contestata anche la corruzione in atti giudiziari. I due indagati saranno ascoltati anche da un altro gip che effettuerà l’interrogatorio per rogatoria su delega dei magistrati di Messina.