“Volevo vendicare Pamela e fare qualcosa contro l’immigrazione, perché il fenomeno dell’immigrazione clandestina va stroncato”. Sono le parole, rilasciate davanti ai carabinieri di Macerata, di Luca Traini, il 28enne che sabato ha sparato per le vie della città contro persone di colore. Traini è accusato di strage aggravata dalla finalità di razzismo.
Ma inizialmente Luca Traini voleva andare in tribunale e uccidere Innocent Oseghale, il nigeriano presunto assassino di Pamela; avrebbe cambiato idea all’ultimo e avrebbe cominciato a sparare contro ogni persona di colore incontrata lungo la strada. Lo ha raccontato il procuratore di Macerata Giovanni Giorgio.
“Sono rimasto sconvolto dalle modalità brutali con le quali è stata uccisa Pamela – ha raccontato l’uomo – così ho deciso di fare un’azione personale. Volevo andare in tribunale e fare giustizia, volevo colpire il nigeriano ma poi ho cambiato idea”.
Sono 11 i migranti presi di mira da Traini sabato mattina per le vie di Macerata. All’uomo la procura guidata da Giovanni Giorgio contesta non solo il ferimento dei sei migranti di colore che sono stati ricoverati negli ospedali ma, anche, di aver sparato verso altri tre che non sono stati colpiti e verso due persone che, dopo aver richiesto l’intervento del 118, non si sono fatte trovare, probabilmente perchè non avevano i documenti in regola.
Prima di arrendersi, inoltre, il 28enne è andato nel luogo dove sono state ritrovate le valigie con i resti della ragazza: lì ha pregato, ha lasciato una scatola di proiettili vuota e una sorta di cero votivo di Mussolini. Poi è andato in piazza Vittoria e si è fatto arrestare sulla scalinata del monumento ai caduti.