Sempre in crescita il settore della chirurgia plastica. Nel 2017 sono stati spesi 8,6 miliardi di euro ($ 10,7 miliardi) soltanto per il materiale e le sostanze chimiche utilizzate nelle varie tecniche. E’ quanto emerso dall’ultimo congresso dell’IMCAS, l’assemblea annuale dei chirurghi e dermatologi estetici, tenutosi a Parigi.
Secondo i dati raccolti, le tecniche più diffuse rimangono le classiche: mastoplastica additiva, liposuzione e liposcultura, blefaroplastica. Ma è sempre più in aumento una tendenza, tanto insolita quanto sintomo dei tempi, che riguarda la sfera intima femminile. Stando a quanto affermato dai chirurghi dell’IMCAS, è in costante l’espansione la richiesta da parte delle pazienti della labioplastica.
La labioplastica si focalizza sulle asimmetrie della vagina. Le pazienti che richiedono questa tecnica vogliono ridurre l’eccesso di pelle nelle piccole labbra facendole apparire più equilibrate. Secondo i dati statistici negli Usa le richieste di labioplastica sono cresciute del 23% e a livello mondiale del 45% a partire dal 2015. “Il ringiovanimento vaginale è la nuova tendenza e la procedura in più rapida crescita“, ha confermato il presidente dell’International Society of Aesthetic Plastic Surgery (ISAPS), Renato Saltz.
In generale, nel 2016, l’aumento del seno rimane l’intervento più richiesto (il 15,8% del totale), seguito da liposuzione (il 14%), chirurgia delle palpebre (12,9%) e ritocchi al naso (il 7,6%). Inoltre l’Italia è tra i primi cinque Paesi con più interventi, dopo Stati Uniti, Brasile, Giappone e davanti il Messico. Per quanto riguarda le tecniche non chirurgiche, la procedura più popolare continua ad essere l’iniezioni con la tossina botulinica, il botox (oltre 4 milioni e 600 mila interventi). Il rapporto infine conclude che non sono più soltanto le donne a ricorrere alla chirurgia plastica ma anche gli uomini, gli interventi di quali corrispondono al 14% di quelli complessivi.