Le possibilità di conquistare collegi nella Sicilia dei due grandi “poli” Destra-M5S, per un uomo di centro, non sono mai state così basse. Eppure per Marco Giorgianni, sindaco di Lipari fresco di rielezione, la candidatura nella lista per il Senato di Civica Popolare ha già di per sé il gusto di una ribalta nazionale. O, per dirla come Giorgianni, di un attestato “di buon lavoro”.
Sindaco Giorgianni, Palazzo Madama per lei sarebbe un punto di arrivo o una rampa di lancio?
“Io sono stato rieletto soltanto sei mesi fa, non c’era la necessità per me di cercare un nuovo percorso politico. Io ho letto questa proposta come un riconoscimento per ciò che ho fatto da sindaco e per ciò che rappresento in quanto politico che sta a contatto con la propria comunità e che vive quotidianamente i problemi della gente. Comunque vada, ho ancora 4 anni e mezzo come sindaco di Lipari. E questo mi basta”.
Non teme però che una sua eventuale nuova dimensione nazionale possa dare alla sua comunità la percezione di un abbandono delle cause liparote?
“Ma assolutamente no e spiego subito il perché. Il mio Comune, nonostante le difficoltà, ha una spesa del personale al 20% e ha ottenuto oggi una certa capacità di spesa grazie alla “legge di sbarco”. È una norma che ha risolto il problema economico del mio Comune compensando i minori trasferimenti di Stato e Regione con una nuova entrata che non pesa sulle tasche dei cittadini. Questo è stato possibile grazie a più di 20 viaggi a Roma e grazie a un continuo confronto con le persone giuste. Le scelte che si fanno, in questi casi, hanno un riflesso concreto sul quotidiano. In sostanza ho capito che, in caso di elezione, non farei altro che continuare un percorso che ho già intrapreso, ma con più facilità e immediatezza”.
Da senatore, ammetterà però che i “sì” o i “no” acquistano un peso specifico notevole. I sostenitori della realizzazione del termovalorizzatore di San Filippo del Mela devono preoccuparsi?
“Io ho una visione pragmatica: al momento devo portare i miei rifiuti nel Catanese. Lei hai idea di quanto costi portare una cartaccia da Alicudi a Catania? È una tragedia ed è per questo sono più tiepiedo di altri sul tema. Risolvere il problema è necessario. Poi, però, è indubbio come appaia quantomeno strano realizzare un impianto di quelle dimensioni in un’area (Milazzo, ndr) della quale si invoca da tutte le parti una de-industrializzazione? Che senso ha? Stiamo facendo tanti sforzi per sfruttare le potenzialità turistiche delle Eolie e di tutta la fascia tirrenica, che realizzare quell’impianto apparirebbe come una pura contraddizione”
Ha proposto una soluzione alternativa?
“Noi come Comune abbiamo una percentuale di differenziata bassa perché trattiamo solo il 20% dell’umido. Se invece potessi non conferire in discarica l’umido, la percentuale passerebbe al 60%. Per questo ci stiamo attrezzando. È di due settimane fa il decreto che dispone il finanziamento per la realizzazione di impiantini destinati al trattamento dell’umido. Si tratta di strutture che avrebbero un impatto “zero” rispetto al termovalizzatore di San Filippo del Mela e che non avrebbero riflessi negativi per il turismo delle isole”
“Lonely Planet” ha inserito le Eolie tra le 10 migliori mete turistiche per il 2018. Su cosa bisogna lavorare ancora?
“Dobbiamo insistere sulla qualità dei servizi. Il cuore della tassa di sbarco che dà alle mie casse circa 2 milioni e mezzo, ovvero il 10% del nostro bilancio, è la finalità della spesa. Mentre prima quei soldi potevano essere spesi per finalità turistiche, adesso io posso destinarli a servizi: controllo del territorio, arredo urbano, ambiente e pulizia, sentieristica e interventi sulle strutture portuali. Con le norme adatte tutto diventa possibile. Ecco perché ho accettato la candidatura: non dovrò più occuparmi soltanto dei problemi ‘della zia Peppina’…”
Ha parlato di tassa di sbarco. Perché crede che possa essere così decisiva? È tutta una questione di bilanci?
“La legge dice che la tassa di sbarco è alternativa a quella di soggiorno, ovvero quella che si paga per le prime cinque notti. I miei operatori turistici sono quindi più concorrenziali perché nel costo effettivo del viaggio dovranno aggiungere solamente un tributo da corrispondere al momento dello sbarco. Ricordo inoltre che questa tassa incide solamente sul turismo giornaliero che, senza voler discriminare nessuno, non contribuisce all’economia del mio territorio. Il turista “mordi e fuggi” non dorme nei miei bar, non mangia nei miei ristoranti e così via. Il proprietario di casa, chi paga altri tributi al Comune o chi viene per lavoro è invece esente da questa tassa. Ecco di cosa parlo quando sottolineo l’importanza di avere politici a Roma che sappiano cosa significhi affrontare e risolvere i problemi del territorio”
Gianpiero D’Alia ha dichiarato di volere salutare definitivamente la politica. Lei si sente un po’ il suo erede?
“La gente dice che siamo cugini. In realtà lui è cugino di una mia cugina. Secondo questo sistema, io dico sempre di essere il cugino della metà dei miei concittadini (ride, ndr). Io la vedo più semplicemente. Mi sono candidato la prima volta nella DC a 19 anni, poi sono passato prima nel CCP e poi nell’UDC. In seguito ho scelto di restare nell’ambiente del centrosinistra come D’Alia, ma è la mia storia politica. Io sono sempre rimasto nello stesso posto, senza rinunciare alla coerenza. La mia è stata una scelta fatta in tempi non sospetti quando l’Udc era al governo nazionale con il centrodestra. Nel 2007 parlare di “larghe intese” non era affatto comune, eppure lo feci anticipando i tempi. Se alle scorse regionali D’Alia, nonostante tutto, avesse scelto di schierarsi con il centrodestra, io non mi sarei candidato con lui. E questo nonostante la parentela, il legame di amicizia e la stima reciproca che c’è tra di noi”
Ma crede davvero al suo addio?
“Secondo avverte la necessità diffusa che si ha ormai di rompere i vecchi equilibri. Penso che la sua sia una dichiarazione che andrà verificata nel tempo. Lui è una mente pensante e nella mia provincia non ce ne sono tantissimi di politici della sua statura. Ecco perché ho sempre condiviso il mio percorso politico con lui. Ci sarà il modo, nel tempo, perché questa scelta non diventi definitiva. È una mia personale convinzione, vedremo se avrò ragione”.