Nascono da un’esigenza specifica, quando minatori e soldati necessitavano di una scarpa resistente e protettiva, si realizzano così i “bulldog boots”, anfibi militari neri a 10 buchi.
Dr. Martens non è uno scienziato no, Klaus Martens nel 1960 aveva guardato davvero molto avanti, lanciò nel mercato la prima Dr Martens, un anfibio rosso ciliegia a otto buchi, riconosciuto come modello 1460.
In realtà le Dr Martens nascono molto prima, negli anni 40 tanto amate dalle casalinghe tedesche. A fronte di una grande impennata delle vendite dello “scarponcino” negli anni 50 viene venduto il brevetto. Ai “boots” verrà applicata un modello di suola “ad aria”, creata da un medico, tedesco (Dr Martens) con degli scarti di gomma.
Nasce così il primo paio di Dr Martens.
Una rivoluzione ai piedi, ideologica e fashion.
I “mod” (movimento caratterizzato da una grande passione per tutto ciò che è moderno) negli anni 60 indossano parka, girano in vespa, ascoltano musica ska e indossano anfibi. All’inizio degli anni 70 il modello 1940 anfibio a 10 buchi diventa il trait d’union per due movimenti contrapposti gli skinhead, movimento proletario che si contrappone alla borghesia e gli hippy, movimento di una destra politica. Anche gli appartenenti ai movimenti di sinistra inizia ad indossare il modello 1461. Era così possibile riconoscere le fazioni politiche dalle scarpe che indossavano.
Sorridendo penso così a una rivoluzione che parte dai “Piedi”, identificarsi in una ideologia con un paio di anfibi.
E così i Dr Martens diventano un po’ la “divisa” (nel senso migliore del termine) per tantissimi altri movimenti culturali e musicali: punk, new wave, grunge, psychobilly, goth, brit pop. Tutta la cultura underground viene rappresentata dalle Dr.Martens. Negli anni 80 e 90 l’anfibio tornerà un po’ in cantina per dare spazio ad altre tipologie di calzature. Ma negli anni 2000, per l’esattezza nel 2012 gli anfibi militari tornano esplosivamente in passerella, ai piedi di cantanti e attrici. Forse la carriera modaiola di questi stivali nasce ai piedi di Pete Townshend leader degli Who.
Anfibi da indossare con capi glamour. Fashion icon immortalate con l’anfibio più popolare nel mondo, come Gwen Stefani, Miley Cyrus e Gwyneth Poltrow. Ormai parlare di anfibi, significa raccontare di un caposaldo della moda un’icon Boots che è partito in sordina per esplodere nel panorama della moda.
L’anfibio oggi ha abbandonato la sua iniziale anima ribelle, anticonformista e alternativa.
A reinventare lo scarpone in pelle, i primissimi sono stati Yohji Yamamoto, seguito poi da Helmut Lang e da molti altri stilisti e creativi, fino ad essere reinterpretati da marchi considerati più tradizionali come Gucci e Prada.
Com’è quel detto? Dimmi chi frequenti e ti dirò chi sei, un po’ come dire dimmi che scarpe porti…..e…
Certo la passione per gli anfibi comunica un’immagine forte del proprio io. Sono forte, non ho paura di nulla, resisto a tutto.
Oppure potrebbero rappresentare un “armatura” per proteggersi dall’ambiente esterno, una barriera tra il sé e il mondo. Ma gli anfibi sono anche la scarpa cult di cui non potremo fare a meno durante questo inverno 2018.
I classici in pelle nera e suola in gomma. In pelle con interno in pelliccia eco (tanto fashion quest’anno).Pelle nera con cinturini e strass. Bicolore come quelli proposti da Chanel. Con stampe floreali, in velluto, formato XL alti fino al ginocchio, in vernice, arricchiti da borchie perle e strass, multi fibbie e maxi fibbie, frange, a contrasto e con applicazioni.
Anche lei, Chiara Ferragni ha scelto un paio di anfibi che sono già un “tormentone”, precedentemente indossati da Kaia Gerber ( modella attrice statunitense) a settembre durante la Paris fashion Week, sono quelli di R13, suola chunky e anima urban punk.
Per tutte le mamme in attesa che vogliono essere comode senza rinunciare ad essere alla moda.
Chiudo, trasportandovi alla sfilata di Louis Vuitton a Parigi, uscita finale due icone come Kate Moss e Naomi Campbell sulla passerella in trench e anfibi.
Avanti March!!!