Le correnti nazionali del centrosinistra “spirano” forte anche in Sicilia e il timore per liste orfane di “pezzi da 90” cresce di ora in ora. L’ultimo colpo di scena della coalizione a guida Pd è l’addio di Giuseppe Castiglione, sottosegretario nei governi Renzi e Gentiloni e vero e proprio attrattore di voti per Ap.
Tra i centristi sponda renziana rimangono in ballo, quindi, solo i seguaci Gianpiero D’Alia. E se alcuni accordi non dovessero essere raggiunti nelle prossime ore, la lista del ministro della Salute Beatrice Lorenzin potrebbe presto perdere altri pezzi. Ma c’è anche qualche new entry.
È il caso, ovviamente, del sindaco di Palermo Leoluca Orlando che, nonostante la recente rivendicazione della sua autonomia dalle dinamiche partitiche, ha scelto di aderire ai dem insieme a Fabio Giambrone: “È una scelta personale contro i due populismi italiani, quello del Movimento 5 Stelle e quello di Silvio Berlusconi”, afferma Orlando che ha subito aperto a un rimpasto nella sua giunta.
Intanto le “quattro gambe del centrodestra” fanno incetta di nomi grossi da piazzare nei collegi uninomimali. I giornali siciliani insistono nell’avvicinare l’ormai ex direttore di Panorama, Giorgio Mulè, e l’ex segretario generale della Regione, Patrizia Monterosso, alle liste di Forza Italia.
In ottica elezioni politiche del 4 marzo, Mulè dovrebbe essere capolista al Senato, mentre la Monterosso, presidente della fondazione Federico II, sarebbe la soluzione al problema delle “quote rosa” che Miccichè deve ancora risolvere.