Scenari da guerra civile nella Lega Nord di Matteo Salvini. Un componente del listino collegato a Gianni Fava, avversario interno di Salvini per la segreteria del partito, ha presentato un ricorso d’urgenza al Tribunale civile di Milano chiedendo di “sospendere in via cautelare la nomina di Matteo Salvini quale segretario federale della Lega nord e inibire l’eurodeputato milanese e all’attuale consiglio federale dalle attività connesse al loro ruolo nel partito anche in relazione alle elezioni politiche fissate per il 4 marzo”.
Nel ricorso, reso noto dall’Huffington Post, si sostiene “l’illegittimità” della riconferma di Salvini a segretario della Lega, nelle primarie e nel congresso dell’estate scorsa. Secondo “l’accusa”, la candidatura di Salvini e del listino a lui collegato “è stata depositata oltre il termine” fissato dal regolamento, ovvero le ore 13 dell’11 maggio del 2017.
Si sostiene anche che sia stato modificato “tra la notte del 12 e il 15 maggio” il listino collegato a Salvini. Il riferimento è in particolare è al sindaco di Rovigo Massimo Bergamin che non avrebbe avuto i requisiti di militanza richiesti dal regolamento e il suo nome nel listino è stato sostituito ‘in corsa’, nel passaggio dalle primarie al congresso, da quello del vice segretario Lorenzo Fontana.
Si chiede, quindi, che “durante la sospensione di Salvini sia nominato segretario Fava”, suo sfidante ‘nordista’ al congresso. O, in via subordinata, “si domanda di disporre l’immediata assunzione dei poteri e delle competenze del consiglio federale da parte del presidente federale Umberto Bossi ai sensi dell’articolo 14 dello statuto della Lega nord sino alla nomina del nuovo segretario e del nuovo consiglio federale“.
A questo punto risulta fondamentale trovare una mediazione tra le parti: attribuire una quota delle candidature alla minoranza che Salvini non ha però mai riconosciuto come tale. Fava aveva lamentato l’esclusione delle liste per le regionali lombarde.