Nel corso del suo discorso tenuto all’Ars, Musumeci ha auspicato anche una “collaborazione leale con lo Stato, senza sciocco rivendicazionismo e senza irresponsabile atteggiamento remissivo”. “Noi chiediamo la piena attuazione dello statuto autonomo della Sicilia – ha detto Musumeci – L’obiettivo finale è riconsegnare ai siciliani una Regione normale“.
“Il rapporto tra imprese, politica e burocrazia è stato sempre più difficile e controverso nell’ultimo decennio”, ha spiegato Musumeci. “Bisogna ripensare alla sorte dell’Irfis venuta meno alla propria funzione istituzionale, ma anche alla sorte dell’Ircac e della Crias e ipotizzare, perché no, una sola struttura per il credito alle piccole e medie imprese”.
Quanto alle Province “bisogna attribuire maggiori competenze, altro che smantellarle”. Per Musumeci è necessaria l’elezione diretta degli organismi degli attuali Liberi consorzi e delle tre città metropolitane (Palermo, Messina e Catania). “Serve una riforma degli enti intermedi”, dichiara il governatore.
“La lotta all’abusivismo non è uno slogan da campagna elettorale, ma non esiste l’abusivismo di necessità: esiste l’abusivismo – continua Musumeci – Sarebbe però da sprovveduti dire che tutte le case abusive vanno abbattute, bisogna verificare caso per caso senza legittimare un abusivismo di serie A e un abusivismo di serie B”.
Tutto però passa da una buona tenuta della maggioranza: “Questa coalizione di centrodestra è ben consapevole dei propri limitati numeri in aula per una legge elettorale che va cambiata e anche presto. Il governo non cerca in questa Assemblea supporti numerici clandestini, confidiamo di trovare nelle opposizioni convergenze programmatiche alla luce del sole”.