“La situazione è assai grave, la regione non ha un piano ordinario di gestione dei rifiuti e per questo l’Ue non ha assegnato i fondi”. Sono queste le prime parole del governatore siciliano Nello Musumeci sull’emergenza rifiuti dell’isola. “Noi portiamo in discarica l’80% dei rifiuti, altre regioni ne portano il 4% grazie alla differenziata”.
Secondo Musumeci la competenza è delle società nell’ambito dei comuni, ma al contempo chiede: “Che fine ha fatto il catasto dei rifiuti?”. “L’emergenza è strutturata e questa situazione appare difficilmente superabile. Bellolampo ormai è a un vero e proprio punto di non ritorno. La prossima settimana incontrerò Gentiloni”.
“È previsto un incontro con i responsabili ed un’azione ispettiva per accertamento delle responsabilità – spiega il governatore – non si gioca col danaro pubblico”. “Oggi – continua Musumeci – tutte le discariche sono al limite. Domani stesso ci sarà la dichiarazione di emergenza ambientale a Bellolampo”.
I prossimi passi? “Riformare la legge 9/2010 così da assegnare le competenze su acqua e rifiuti alle province. C’è da dire inoltre che il Po Fesr stanziava 349 milioni di euro con una spesa certificata di 160 milioni di euro. È un problema che si trascina da 20 anni e chi doveva fare il suo dovere non l’ha fatto”.
“Entro gennaio bisogna quindi trovare una soluzione per dimezzare la quantità di rifiuti in discarica e smaltire l’altra metà – spiega il governatore – Da irresponsabili aver fatto finta di niente per 20 anni. Il danno d’immagine per la Sicilia è immenso”.
La priorità del governo è “la legge sul potenziamento delle competenze delle province“, nel frattempo “cerco di capire perché Enna è chiusa e a Messina ancora dopo 4 anni l’appalto dei lavori è stato dato qualche giorno fa. In Sicilia non è mai stato realizzato un piano di bonifica delle discariche. Lancio quindi un appello ai sindaci: è una sfida di civiltà, serve l’aiuto di tutti”.