Li chiamano cani molecolari, ma hanno fatto un passo in avanti. Liù, Frank e Zoe, addestrati al Cemivet di Grosseto, il centro militare veterinario dell’esercito in Maremma, sono passati dal fiutare esplosivi all’individuare il cancro alla prostata. Il Cemivet collabora dal 2012 con il reparto di urologia dell’ ospedale Humanitas Mater Domini di Castellanza, guidato da Gianluigi Taverna.
I quattro zampe in corsia hanno dimostrato di sapere individuare con una precisione pari al 98% il tumore alla prostata. Liù, Frank e Zoe, dopo aver annusato le urine dei pazienti, si seggono e rimangono immobili. Questo è il segnale per indicare ai loro addestratori, il tenente colonnello veterinario Lorenzo Tidu e il sergente Paolo Sardella, la positività della loro particolarissima analisi.
Come fiutano il tumore?
I tre cani, e come loro tanti altri, individuano una molecola che, se presente nelle urine, è sintomo della presenza della malattia. “E’ sicuro che il tumore alla prostata ha un odore specifico. Che i cani sono in grado di riconoscere”, ha spiegato Taverna. E ha aggiunto: “Adesso dobbiamo capire cosa il cane sta annusando e qual è il metabolismo cellulare o tissutale che produce per sviluppare – ha continuato – nuove tecnologie in grado di riconoscere i Vocs tumorali”.
Frank, Liù e Zoe sono ben felici di svolgere il loro lavoro. Ad ogni diagnosi esatta, il che accade spesso, ricevono un premio: una razione doppia di crocchette e il loro gioco preferito. Nonostante ancora quanto dimostrato dai tre cani non sia passato al vaglio del Ministero della Salute, su 902 casi non hanno mai fallito. Dimostrazione della validità del metodo di addestramento.