La mossa di Trump pro-Israele miete le prime vittime. Si tratta di quattro palestinesi rimasti uccisi a Gaza negli scontri scoppiati contro i soldati israeliani. La decisione del presidente americano di riconoscere Gerusalemme come capitale d’Israele ha alimentato una intifada che si preannuncia molto agguerrita. “Il presidente – ha detto una portavoce della Casa Bianca – spera che le voci della speranza prevalgano su coloro che diffondono l’odio”.
In tutto salgono a 750 i palestinesi feriti in Cisgiordania e lungo tutto il confine israeliano. Il ministero della Sanità di Gaza ha precisato che il 30enne Mahmud al Masri è stato ucciso lungo il confine. L’esercito israeliano ha confermato di aver sparato a due persone lungo il confine perché ritenute “i principali istigatori di rivolte violente”.
Dalla Striscia sono stati sparati razzi verso il sud d’Israele, con l’Iron Dome – il sistema antimissili – che ne ha intercettato uno. Lo Stato ebraico ha reagito con colpi di cannone e raid aerei su basi di Hamas, tra cui un campo di addestramento e un deposito di munizioni causando.
Intanto il Consiglio di sicurezza dell’Onu si è schierato per Gerusalemme capitale di due Stati, sostenendo che la scelta di Trump “minaccia la pace”. Gli ambasciatori di cinque Paesi Ue (tra cui l’Italia) che hanno firmato una dichiarazione comune di condanna della decisione di Washington.
Le proteste del mondo arabo si sono registrate anche a Istanbul, dove sono scesi in strada circa 10mila manifestanti. Importanti disordini anche ad Ankara e in altre città della Turchia, paese che ha già dichiarato il suo forte dissenso alla scelta di Donald Trump. Cortei anche in Pakistan dove partiti religiosi, movimenti della società civile, commercianti, studenti ed avvocati sono scesi in piazza.
Foto da Twitter.