L’annuncio ufficiale, alla fine, c’è stato. Donald Trump ha annunciato ufficialmente detto pubblicamente che “è il momento di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele”. Nel suo discorso alla Casa Bianca, il presidente americano ha riferito di aver dato istruzioni per muovere l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme che, ha aggiunto, “deve restare aperta a cristiani, musulmani ed ebrei”. “Non si può continuare con formule fallimentari. La scelta di oggi è necessaria per la pace”, ha sottolineato.
Con il riconoscimento di Gerusalemme “oggi ammettiamo quello che è ovvio, cioè che Gerusalemme è la capitale di Israele. Non è niente di più che un riconoscimento della realtà”.
“Non possiamo risolvere la questione mediorientale con il vecchio approccio – ha spiegato il presidente americano – e quindi ne serve uno nuovo. Farò tutto ciò che è in mio potere per un accordo di pace israelo-palestinese che sia accettabile per entrambe le parti. E gli Stati Uniti continuano a sostenere la soluzione dei due Stati”.
Proprio per questo, ha sottolineato Trump, “Israele è uno Stato sovrano con il diritto come ogni Paese di decidere la sua capitale. Essere consapevoli di questo è una condizione necessaria per raggiungere la pace”, che è “necessaria per espellere il radicalismo”. “Dio benedica gli israeliani, Dio benedica i palestinesi”, ha concluso Trump.
E dopo poche ore dall’annuncio ufficiale, il gruppo islamista palestinese Hamas ha lanciato un’appello a una “nuova Intifada”. Scontri tra dimostranti palestinesi e reparti militari israeliani si sono registrati in Cisgiordania, a Gerusalemme est e lungo la linea di demarcazione con Gaza. Almeno 114 persone sarebbero rimaste ferite.
Intanto i sostenitori dell’Isis e di Al Qaeda minacciano attacchi contro gli americani, riferisce il Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web: “Vi taglieremo la testa e libereremo Gerusalemme”, recita uno dei messaggi, in arabo, ebraico e inglese, postato online e corredato dalle immagini della moschea di al Aqsa.
“Una pietra miliare”, “una decisione storica”: così il premier Benjamin Netanyahu ha definito la scelta di Trump. “Un atto giusto e coraggioso -. La decisione di Trump è un passo importante verso la pace, perché non ci può essere alcuna pace che non includa Gerusalemme come capitale di Israele”.