Carla Fracci si racconta alle Cantine Donnafugata: “Sacrificio e costanza i segreti del mio successo” – VIDEO

di Federica Raccuglia

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Carla Fracci si racconta alle Cantine Donnafugata: “Sacrificio e costanza i segreti del mio successo” – VIDEO

| domenica 03 Dicembre 2017 - 18:14

Un’ospite speciale in occasione di un evento altrettanto memorabile per le Cantine siciliane di Donnafugata. A presentare alla stampa la nuova etichetta, il Floramundi, un Cerasuolo di Vittoria DOCG, è la ballerina Carla Fracci, madrina dell’evento, arrivata in Sicilia insieme al compagno di una vita, il regista Beppe Menegatti. I due, intervistati dalla padrona di casa Josè Rallo, hanno ripercorso la loro vita, fatta di successi e attimi che rimarranno impressi nella storia. L’evento si è svolto a Marsala, tra le mura delle cantine, alla presenza di giornalisti e collaboratori dell’azienda.

La ballerina, interamente vestita di bianco, ha ringraziato la famiglia Rallo per l’invito e l’ospitalità: 

“Bello essere qui, è bello pensare a ciò che questa terra meravigliosa produce  – ha detto la Fracci, intervistata da Josè Rallo – Sono molto contenta perchè molti giovani stanno ritornando alla terra. Per me la campagna è una cosa speciale, io sono cresciuta in campagna in un piccolo paesino in provincia di Cremona dove mamma e nonna vivevano. Era una vita molto bella, libera. Quando sono tornata a Milano ho sofferto molto la mancanza della natura. Lì ci sono i ricordi più belli della mia infanzia”.

La Fracci ha poi ripercorso la sua lunga carriera costellata di successi, tappe e volti differenti. Dalla campagna ai teatri il passo è stato breve:

“Nel 46 sono entrata al teatro della Scala. Dopo gli anni in campagna mi sentivo imprigionata ma scoprire il mondo del teatro è stato un percorso interessante, di grandi emozioni. Non sapevo cosa fosse un teatro. Negli anni capisci cosa significa essere criticati dal pubblico ma anche essere amata. Fisicamente non ero così portata per la danza, ci sono bambine che hanno già una formazione delle gambe e un movimento ben preciso, mentre io avevo delle difficoltà, avevo anche dei piedi deboli, per cui dovevo lavorarci. Ai ragazzi dico di avere la forza e la volontà di lavorare da soli, di avere una costanza e di fare  sacrifici, io ho dovuto farlo. Diventa naturale la necessità di lavorare e questo non mi è mancato mai. Per sviluppare il collo del piede mettevo i piedi sotto il calorifero e lo alzavo, io ne avevo pochissimo e me lo sono formato così. Se non fossi stata ballerina? Probabilmente avrei fatto la parrucchiera. Pettivano tutti, mia sorella, mia mamma, tutti quanti”. 

Il regista Menegatti ha raccontato quanto siano state importanti le esibizioni della moglie in Sicilia:

“Le apparizioni siciliane a Palermo e Catania hanno sempre avuto un’importanza straordinaria per noi e per un ribaltamento non solo in sede nazionale ma anche internazionale. Si guarda con tanta attenzione a ciò che succede in Sicilia. Pensate che l’ultimo spettacolo è stato al Teatro Massimo di Palermo intitolato “I have a dream”, un omaggio a colui che ha detto questa grande frase, Martin Luther King. Quello spettacolo ha avuta una ripercussione a livello internazionale. Fu una grande di approvazione nel pubblico, grazie alla Sicilia”.

Nonostante gli impegni lavorativi, la coppia non ha rinunciato a costruire una famiglia dando alla luce Francesco Menegatti. Una gravidanza che non è arrivata per caso ma una volontà ben precisa:

“Francesco a sei mesi era già a New York perchè io ballavo con l’American Ballet Theatre – racconta Fracci – Ha girato un po’ il mondo”.

La Fracci ha poi ricordato di quella volta che si esibì a Napoli, tra le grandi difficoltà strutturali e organizzative:

“Abbiamo fatto uno spettacolo a Paestum prendendo le cabine elettorali per cambiarci, non c’era nulla, solo le luci. Beppe per la prima volta disse che saremmo dovuti andare via ma improvvisamente abbiamo visto una fiumana di gente che arrivava, circa 120 disabili in carrozzina. A quel punto la commozione è stata così tanta che abbiamo deciso di restare”. 

 

 

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