Nuovo politico indagato in Sicilia, si tratta del 21enne Luigi Genovese, recordman di preferenze nelle ultime regionali siciliane e figlio dell’ex deputato Francantonio (già agli onori della cronaca giudiziaria). La guardia di finanza ha sequestrato società di capitali, conti correnti, beni e azioni riconducibili alla famiglia Genovese per un ammontare complessivo di oltre 30 milioni di euro.
Il giovane rampollo è indagato per riciclaggio di denaro. Si tratta del quarto neodeputato del Parlamento regionale siciliano a finire inquisito.
Le Fiamme Gialle di Messina hanno sequestrato di società di capitali, conti correnti, beni mobili ed immobili, ed azioni riconducibili all’ex deputato Francantonio Genovese, al figlio Luigi, appena eletto all’Ars nelle fila di Forza Italia, ed ai suoi familiari.
A partire dal 2016, a Genovese erano stati notificati da parte dell’Agenzia delle Entrate alcuni avvisi di accertamento per oltre 20 milioni di euro derivanti dalla conclusione di verifiche fiscali condotte nei suoi confronti: le indagini hanno messo in luce una complessa attività di ulteriore riciclaggio finalizzata anche a frodare il fisco.
E’ emerso infatti che gli indagati, anche avvalendosi di alcune società a loro riconducibili, avrebbero condotto operazioni immobiliari volte a trasferire ad altri beni immobili e disponibilità finanziarie per eludere il possibile sequestro dei 16 milioni provento del riciclaggio e per sottrarsi fraudolentemente al pagamento delle imposte e delle sanzioni amministrative che hanno raggiunto circa 25 milioni di euro.
Genovese, nel tentativo di sfuggire all’aggressione patrimoniale nei suoi confronti, si è spogliato di tutto il patrimonio finanziario, immobiliare e mobiliare a lui riconducibile, attraverso la società schermo GE.FIN. s.r.l. (ora L&A Group s.r.l.) e Ge.Pa. s.r.l., di cui deteneva il 99% ed il 45% delle quote sociali, trasferendolo al figlio Luigi insieme a denaro proveniente dal precedente riciclaggio. Le partecipazioni societarie sono state dismesse attraverso strumentali e complesse operazioni di riorganizzazione del patrimonio sociale delle medesime.
“Sto già valutando insieme al mio legale di fiducia le iniziative da assumere in sede giudiziaria, certo di dimostrare la linearità e la regolarità della condotta mia e dei miei congiunti, nella gestione dei beni di famiglia”, ha dichiarato Luigi Genovese.
“Senza voler immaginare scenari ‘complottistici’ di certo colpisce la tempistica del provvedimento che, in relazione ad una notizia di reato risalente a circa tre anni addietro viene, forse richiesto, ma certamente emesso dopo che la dottoressa Chiara Schirò ha definitivamente regolarizzato, attraverso lo strumento della ‘voluntary disclosure’, la propria posizione con lo Stato italiano versando quanto dovuto a titolo di imposta sanzioni ed interessi ed all’indomani della recente tornata elettorale, in cui Luigi Genovese è stato eletto alla Assemblea Regionale Siciliana, registrando un significativo consenso”, è quanto dichiarato dall’avvocato Nino Favazzo, legale della famiglia Genovese.