Un’imponente operazione congiunta di carabinieri e polizia ha portato all’arresto di 43 persone ritenute responsabili a vario titolo di associazione di tipo mafioso e di reati aggravati dall’art. 7 della Legge “Falcone”: associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, alla detenzione e spaccio di droga e alla detenzione e porto di armi, comuni e da guerra.
Nel corso delle indagini operate su due filoni investigativi convergenti, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, sono state messe in luce – secondo quanto riferiscono le forze dell’ordine – le attività del clan camorristico dei “Lo Russo” operante in tutta l’area Nord del capoluogo campano.
Entrambe le famiglie gestivano lo spaccio di stupefacenti tramite narcotrafficanti che operavano sfruttando canali di fornitura esteri. Identificati gli spacciatori al dettaglio di cocaina, eroina, marijuana e hashish nei quartieri di Miano, Piscinola, Marianella e Chiaiano e nel rione Don Guanella e documentati alcune centinaia di episodi di spaccio.
Nel blitz è stato anche sequestrato l’arsenale del clan, con il rinvenimento nella disponibilità degli affiliati di un fucile mitragliatore kalashnikov, 5 fucili e 6 pistole, 3 giubbotti antiproiettile e centinaia di munizioni. Il provvedimento si fonda su indagini in sinergia della Compagnia dei carabinieri di Napoli-Vomero e della Squadra Mobile. Le indagini svolte dalla Squadra Mobile hanno individuato i narcotrafficanti che pagavano al clan una tangente mensile di 10.000 euro per poter vendere per conto proprio la droga anche alle altre organizzazioni criminali.
Sono stati inoltre raccolti elementi di prova a carico di personaggi ancora in libertà che vantano una lunga militanza nel gruppo camorristico. Gli elementi di prova raccolti sono stati confermati dal decisivo apporto dichiarativo dei collaboratori di giustizia un tempo ai vertici del clan Lo Russo (Mario Lo Russo, Carlo Lo Russo, Antonio Lo Russo e il suo braccio destro Claudio Esposito) e di altri recenti collaboratori di giustizia (Ferrara Ciro e De Simini Antonio) ben inseriti nel tessuto criminale dei quartieri in cui opera nel gruppo.
Tra gli arrestati spiccano le figure di Damiano Pecorelli e Salvatore Angelo Miraglia, legato da vincoli di parentela ai Lo Russo, definiti dai collaboratori di giustizia trafficanti di elevato spessore con importanti contatti con il Sud America. C’è anche Ettore Bosti, nipote di Patrizio Bosti, figura apicale del clan Contini, che in alcune occasioni ha rifornito Carlo Lo Russo di grossi quantitativi di sostanza stupefacente poi ceduta alle numerose piazze di spaccio, gestite direttamente dal clan.
Durante le indagini dei carabinieri è stata accertata la partecipazione degli indagati alle attività dell’associazione camorristica, in particolare allo spaccio di droga e ad azioni di fuoco per il controllo o il predominio sul territorio, la custodia e la cura delle armi del clan. Individuate responsabilità e ruoli nella gestione di svariate piazze per la cessione di cocaina, eroina, marijuana e hashish.
Rinvenuto e sequestrato arsenale pronto all’uso che era stato messo a disposizione degli affiliati nascondendolo nel vano ascensore di uno degli edifici di via Janfolla, nel cuore del rione di origine del clan, Miano. In un borsone, durante un intervento ad alto impatto con perquisizioni per blocchi di edifici, furono rinvenute armi oliate ed efficienti e circa 1000 munizioni, un deposito di armi pronte per un commando per azioni di fuoco composto da un kalashnikov, un fucile a pompa, 3 fucili a canne mozze e un sovrapposto, una calibro 45 e una colt mk4, 2 revolver calibro 38 e due pistole semiautomatiche, ed anche 3 giubbotti antiproiettile, 2 caschi integrali e passamontagna.