“Se è illegale indovinate cosa accadrà? Dirò: ‘Signor presidente, questo è illegale‘”. Lo ha dichiarato il generale John Hyten alla platea di un forum sulla sicurezza a Nova Scotia, in Canada, a proposito di una remota ipotesi di attacco nuclerare autorizzato dal presidente Donald Trump.
Dichiarazioni “pesanti” quelle del generale americano e “custode” dell’arsenale nucleare: “Come capo dello Stratcom io consiglio il presidente”. E se un ordine fosse illegale, “troveremmo delle opzioni, con un mix di capacità di risposta a qualsiasi situazione. Questo è il modo in cui funzionano le cose”.
Nel caso in cui il presidente dovese chiedere ‘Cosa sarebbe legale?’, troveremo delle opzioni, con un mix di capacità di risposta a qualsiasi situazione. Questo è il modo in cui funzionano le cose. Non è complicato”. Hyten riporta quindi all’attualità un tema piuttosto scottante che già nelle ultime ore tornava a prendere campo dopo la Guerra Fredda.
Il Congresso Usa ha infatti di recente esaminato il potere del presidente di lanciare un attacco nucleare. A Trump basterebbe aprire la valigetta con i codici segreti che lo segue, ovunque egli vada. Uno scenario che è sembrato non così remoto alla luce delle risposte di Trump alle minacce del regime di Kim Jong-un.
Il timore di molti è che il presidente possa decidere anche un attacco “non provocato”. A lanciare l’allarme sono stati soprattutto i democratici, secondo i quali il presidente sta dimostrando di avere “un carattere troppo instabile e impulsivo” per non destare preoccupazione.
Il timore è che possa davvero “ordinare irresponsabilmente” un bombardamento preventivo con armi atomiche sulla Corea del Nord. Ad agosto il presidente americano aveva minacciato sulla Corea del nord “fuoco e furia come il mondo non ha mai visto” se Pyongyang avesse continuato a sviluppare il suo programma nucleare militare.
All’assemblea generale dell’Onu in settembre, il tycoon aveva quindi parlato di “completa distruzione” della Corea del nord se fossero continuate le provocazioni del regime di Pyongyang. Il mese scorso fu lo stesso presidente repubblicano della commissione esteri del Senato, Bob Corker, ad accusare Trump di portare gli Usa “sulla strada della terza guerra mondiale“.