Circondarsi di amici e di persone che ci vogliono bene, rende il declino cognitivo più lento. A dirlo è uno studio pubblicato su PlosOne condotto su un campione di ultraottantenni dotati di una memoria episodica simile a quella di adulti più giovani di 20-30 anni, i cosiddetti SuperAgers.
Una rete di relazioni sociali solida, quindi, ci consentirebbe di invecchiare meglio. Lo studio segna un ulteriore passo avanti nell’individuazione dei fattori che influenzano la decadenza cognitiva e la perdita di memoria legata all’invecchiamento.
La relazione tra decadenza cognitiva e intensità delle reti sociali è stata già esplorata, e numerose volte, con diversi studi pubblicati che hanno confermato il legame tra socialità e malattia di Alzheimer o decadimento cognitivo lieve (MCI, Mild Cognitive Impairment in inglese).
Questo non significa che se si ha una forte rete di amicizie, non ci si ammalerà di Alzheimer, ma che tra le scelte corrette di vita che si possono fare, tipo non fumare, fare attività fisica e avere una corretta alimentazione, aggiungere il mantenimento di una socialità forte di certo non può far male!