Stop a parcelle ‘da fame’, a prestazioni al “massimo ribasso” o incarichi pubblici banditi per la (simbolica) cifra di un euro. E’ ciò che prevede la norma sull’equo compenso per le prestazioni dei professionisti iscritti ad Ordini e Collegi e riuniti in associazioni, valida sia per clienti privati, sia quando il committente è la P.a.. Ad approvarla la Commissione Bilancio del Senato, che ha dato il via libera all’emendamento riformulato del relatore Silvio Lai (Pd).
La norma prende come punto di riferimento, per definire soglie di remunerazione al di sotto delle quali non è possibile scendere, per i professionisti regolamentati i parametri giudiziari (usati dai magistrati per dirimere le controversie) emessi dai ministeri vigilanti degli Ordini, mentre per le altre categorie occorrerà individuare modalità di determinazione dei compensi.
Il provvedimento riguarda circa 4,4 milioni di persone.