I negrieri del terzo millennio si trovano in Libia. Ed è lì che fanno affari con il beneplacito dell’Ue. È questo l’inquietante quadro sul dramma dei migranti che emerge da un reportage dalla Cnn. In un filmato due ragazzi vengono venduti dai trafficanti: “800 dinari… 900, 1.100… venduto per 1.200 dinari (pari a 800 dollari)”, recita la voce di un uomo che mette all’asta un giovane.
La merce umana, probabilmente un nigeriano, viene definita “un ragazzone forte, adatto al lavoro nei campi”. Dopo un aver ricevuto un filmato di denuncia, la Cnn è andata a verificare sul posto registrando la vendita di una dozzina di persone in pochi minuti.
Grazie a telecamere nascoste, la tv americana è riuscita a scoprire un traffico illecito di uomini. Ed ecco allora che un “venditore” mette sul mercato “uno scavatore, un omone forte, in grado di scavare”. Dopo la chiusura dell”affare’, i giornalisti avvicinano due dei ragazzi “venduti”, che appaiono “traumatizzati, intimoriti da qualsiasi persona“.
La Cnn ha quindi consegnato la documentazione alle autorità libiche che hanno promesso un’indagine. Il tenente Naser Hazam, dell’agenzia governativa libica contro l’immigrazione illegale a Tripoli, ha dichiarato di non aver mai assistito ad una vendita di schiavi.
La troupe ha quindi parlato con Victory, un 21enne detenuto al Treeq Migrant Detention Center di Tripoli che ha raccontato di essere stato venduto all’asta come schiavo “più volte”, dopo che i suoi soldi – tutti usati per cercare di arrivare in Europa – erano finiti.
“Pagai ai trafficanti più di un milione (oltre 2.700 dollari) – ha raccontato Victory -. Mia madre è anche andata in un paio di villaggi a chiedere soldi in prestito per salvarmi la vita”. Durissima la condanna dell’Onu che tira in ballo la politica dell’Unione europea responsabile “di assistere le autorità libiche nell’intercettare i migranti nel Mediterraneo e riportarli nelle terrificanti prigioni in Libia.
Secondo l’Onu si tratta di un approccio al problema “disumano”. Lo ha denunciato l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Zeid Raad Al Hussein, in un comunicato diffuso a Ginevra: “La sofferenza dei migranti detenuti in Libia è un oltraggio alla coscienza dell’umanità”.
A stretto giro di posta è arrivata la replica dell’Ue: “Lavoriamo in Libia in piena cooperazione con l’Onu esattamente perché la nostra priorità è sempre stata e continuerà a essere quella di salvare vite, proteggere le persone e combattere i trafficanti”, ha detto una portavoce.
È la Ue a finanziare Oim, Unhcr e Unicef: “I campi di detenzione in Libia devono essere chiusi perché la situazione è inaccettabile e la Ue si confronta regolarmente con le autorità locali affinché usino centri che rispettino gli standard umanitari”, ha sottolineato ancora la portavoce.
“Quanto abbiamo visto accadere in Libia per i rifugiati e per i profughi è assolutamente inaccettabile. Molto probabilmente, domani sarà presa la decisione ufficiale, una delegazione del Parlamento europeo si recherà in Libia per verificare la situazione”, ha poi commentato il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.