Siamo veramente all’assurdo. Ieri sera, in una delle scene della serie intitolata “Rosy Abate“, è apparso un biglietto con un numero di cellulare scritto a penna. I telespettatori incuriositi non hanno perso tempo e hanno subito composto il numero scoprendo che esisteva veramente. A raccontare la storia è una donna di Domodossola, incinta di 8 mesi, che ha contattato La Stampa.
“Da ieri sera persone sconosciute ci stanno tempestando di telefonate, fino alle 4 di notte e di nuovo stamattina, per chiederci se siamo parenti di Rosy Abate, qualcuno ci dà dei mafiosi e c’è chi ci ha perfino minacciato. All’inizio pensavo che si trattasse di uno scherzo di amici, poi il cellulare non smetteva di suonare e ho capito che era uno spiacevole episodio, che ha preso una brutta piega”.
Ma gli autori della serie come possono aver commesso un errore così grossolano? Certo è che la donna presenterà presto denuncia per tutelarsi da quanto sta accadendo. “Abbiamo avuto paura – ha detto -. Chissà mai che qualche squilibrato, scoprendo dal numero la nostra residenza, non pensi di presentarsi sotto casa“.
Qualcuno si è immedesimato un po’ troppo dando addirittura della mafiosa alla signora: “Rosy Abate non fai paura a nessuno, vengo lì e ti ammazzo“. “La nostra privacy è stata violata – ha concluso la donna – Mio marito è siciliano di origine, ma noi con la mafia non c’entriamo niente, siamo mica matti”.