Avrebbe eliminato oltre 100 pazienti ricoverati in rianimazione nel tentativo di apparire come un eroe. È l’agghiacciante ricostruzione della Procura di Oldenburg sui numeri dell’infermiere killer, Niels Hoegel, responsabile di avere ucciso numerose persone che erano affidate alle sue cure somministrando medicinali in dosi letali.
Gli inquirenti hanno affermato di aver chiuso le analisi tossicologiche, numerose e molto complesse, del caso. Secondo Bild si tratterebbe quindi del serial killer più efferato dal dopoguerra in Germania. Hoegel era già stato condannato al carcere a vita per due omicidi e quattro tentati omicidi nel 2015 e sarebbe psicologicamente sano.
“Non ha malattie mentali – riporta all’Ansa un portavoce della procura – È assolutamente lucido. Voleva portare i pazienti al punto di doverli rianimare ed essere in questo modo considerato un eroe dai colleghi”. Non riuscendo nel suo intento, l’infermiere finiva per trasformarsi in uno spietato boia.
Nonostante l’ergastolo corrisponda in Germania a 15 anni di detenzione, per il killer “si può immaginare che uscire dalla galera non sarà semplice, potrebbe teoricamente restarci per sempre“. Le strutture sanitarie in cui ha agito l’infermiere sono quella di Oldenburg e quella di Delmenhorlst.
Gli omicidi iniziarono nel febbraio del 2000. A Oldenburg il numero delle morti salì nel 2001 del 58%, rispetto al momento in cui l’infermiere era entrato in servizio. Niels Hoegel fu soltanto trasferito a Delmenhorst dove continuò ad uccidere. Chiesto il giudizio per i sei sanitari di Delmenhorst che avrebbero dovuto accorgersi della vera e propria “strage” che si stava consumando nella struttura ospedaliera.