Ammonta a 8 milioni di euro il valore dei beni sequestrati a Vincenzo Romeo, Pasquale Romeo e Biagio Grasso, tutti in carcere con l’accusa di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, estorsione, trasferimento fraudolento di valori, turbata libertà degli incanti, esercizio abusivo dell’attività di giochi e scommesse, riciclaggio, reati in materia di armi ed altro.
Il R.O.S. con il supporto del Comando Provinciale carabinieri di Messina, ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal gip su richiesta del Procuratore Aggiunto, dr. Sebastiano Ardita, e dei Sostituti, dr.ssa Liliana Todaro, dr.ssa Maria Pellegrino e dr. Antonio Carchietti.
Dalle attività svolte dai militari del R.O.S. era emerso un grave quadro indiziario relativo all’operatività (mai documentata in precedenza) nel capoluogo peloritano di una cellula di cosa nostra catanese, diretta emanazione della più nota famiglia mafiosa dei Santapaola e sovraordinata rispetto ai clan che tradizionalmente operano nei quartieri cittadini”.
Al vertice del sodalizio, la figura di Vincenzo Romeo, che operava sotto la supervisione del padre, Francesco (cognato del noto Benedetto Santapaola, inteso Nitto), e con la collaborazione dei fratelli, Pasquale, Benedetto e Gianluca. L’attività investigativa aveva tracciato l’esistenza di un’entità criminale ancorata alle tradizioni mafiose ma, al tempo stesso, capace di relazionarsi proficuamente con professionisti locali ed esponenti della amministrazioni locali, proiettando i propri interessi in diversi settori dell’imprenditoria, che aveva pesantemente infiltrato e finanziato.
Il sequestro colpisce quote imprese attive nei settori di maggiore interesse del sodalizio criminale, controllate – totalmente o pro quota – dagli indagati, perlopiù attraverso compiacenti “prestanome”, ed in particolare:
Sono state, infine, sequestrate tre auto, tre immobili situati a Messina e 17 conti correnti.