Avrebbero insegnato nelle scuole grazie a diplomi falsi. È questa l’accusa contestata dalla Procura di Cosenza a 33 persone nei confronti delle quali è stato emesso un avviso di garanzia. Le indagini hanno accertato un sistema, diffuso sull’intero territorio nazionale, che avrebbe consentito la falsificazione e l’utilizzo di diplomi apparentemente rilasciati da istituti magistrali statali e paritari della provincia di Cosenza.
In alcuni casi, i diplomi di specializzazione risultano addirittura rilasciati successivamente alla chiusura dell’istituto in cui sarebbero stati conseguiti. I documenti falsificati sono stati adoperati sia per l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, sia in quelle d’istituto, preliminari all’assunzione come insegnanti nelle scuole primarie e dell’infanzia.
I 33, tutti originari della provincia di Cosenza, sono accusati di falsità ideologica commessa dal privato e falsità materiale in atto pubblico. Dopo le indagini, alcuni dirigenti scolastici hanno adottato provvedimenti di sospensione nei confronti di insegnanti regolarmente assunti sulla base di titoli risultati falsi.
Si tratta di una “situazione di indubbia gravità”, ha spiegato il Procuratore della Repubblica, Mario Spagnuolo. “Fino ad oggi gli indagati hanno svolto attività di insegnamento in assenza dei titoli necessari, dei requisiti richiesti e della formazione adeguata”.