Cinquanta persone sono state arrestate a Reggio Calabria, nel corso di una vasta operazione di Carabinieri e Polizia. Le 50 misure cautelari prevedono trentuno arresti in carcere, sei ai domiciliari e nove obblighi di dimora. Le persone coinvolte sono ritenute responsabili a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, associazione finalizzata al traffico di droga, detenzione e porto illegale di armi, ricettazione. Reati commessi, specificano gli investigatori, con l’aggravante del ricorso al metodo mafioso, ovvero al fine di agevolare la ‘ndrangheta.
In particolare a Firenze erano finiti nel mirino due fratelli imprenditori nell’ambito del mercato ortofrutticolo Mercafir. Secondo l’ipotesi di reato, il mandante sarebbe un imprenditore di Bergamo che si occupa di import/export di frutta e vegetali, Alessandro Santini, finito in carcere. Sarebbe stato lui a coinvolgere la banda criminale per riscuotere i crediti vantati nei confronti dei due fratelli fiorentini con la forza e la minaccia, realizzando così la bancarotta preferenziale (la loro azienda è fallita nel 2013) che viene contestata tra i reati.
In carcere sono finiti anche Carmelo Caminiti, detto U’Sciarreri per via della sua indole violenta, e Paolo Malara, mentre ai domiciliari sono finiti Francesco Pizzimenti e Eugenio Potenza, accusati delle estorsioni. Secondo quanto ricostruito dai militari della Guardia di Finanza, il valore riscosso dalle estorsioni dal gruppo ammonterebbe almeno a 200mila euro tra contanti e gioielli. Complessivamente gli indagati sono dieci; oltre agli arresti sono state eseguite anche perquisizioni a Reggio Calabria, Bergamo e Trento.