Sayfullo Saipov è “un soldato del califfato”. Così l’Isis ha rivendicando l’attentato a Manhattan in cui sono morte otto persone nonostante non abbia mai esplicitamente fatto il nome dell’attentatore: “Uno dei soldati dello Stato Islamico in America ha attaccato martedì dei crociati in una strada di New York, vicino al monumento dedicato a quanti persero la vita nell’incursione dell’11 settembre”, si legge nel giornale al-Naba, che ha riportato le parole del gruppo terroristico
E dalle prime indagini, sembrerebbe un’azione coordinata quella che ha spinto il 29enne di origine uzbeka a lanciarsi con il suo furgone su una pista ciclabile. L’Isis non ha però fornito alcuna prova che fosse al corrente dell’attacco prima che accadesse o che comunque fosse coinvolto nella pianificazione.
Saipov, subito dopo l’arresto, aveva detto alle autorità di aver agito in nome dello Stato Islamico e che a ispirarlo sarebbero stati proprio i video dell’Isis. Da quello che è emerso nei giorni seguenti all’attacco, l’uomo sarebbe totalmente devoto al gruppo terroristico, tanto da aver chiesto alle forze dell’ordine che nella sua stanza d’ospedale venisse appesa una bandiera del Califfato.