Dopo 15 anni di stime al ribasso, l’Italia incassa la prima promozione da parte dell’agenzia di rating Standard & Poor’s. A fronte di una ripresa economica che accelera anche grazie alle riforme e un sistema bancario più solido, l’Italia non è più “sorvegliato speciale”: il rating passa quindi a ‘BBB/A-2’ da ‘BBB-/A-3’.
Era dal 17 giugno del 2002 che non si verificava un rialzo delle rating del Belpaese. Questa revisione riflette le migliorate prospettive di crescita” ma anche “i minori rischi che il settore bancario pone all’outlook” e l’atteso ulteriore risanamento dei conti, afferma S&P.
L’agenzia mette in evidenza che potrebbe ritoccare ulteriormente il rating al rialzo se il governo “continua ad attuare riforme strutturali che aumentano le prospettive di crescita”. “La soluzione delle crisi al Monte dei Paschi di Siena e alle banche venete, ma anche l’accelerazione nello smaltimento dei non performing loan, sostiene il miglioramento dell’outlook economico”.
Al rialzo anche le stime di crescita per l’Italia, dal +0,9% stimato inizialmente al +1,4%. Nella nota di S&P si legge anche che “le riforme portate avanti negli ultimi due anni dalle autorità per risolvere le difficoltà del settore finanziario dovrebbero sostenere i miglioramenti economici in corso”. Il deficit di quest’anno dovrebbe attestarsi al 2,1% del pil.
Raggiante il premier Paolo Gentiloni su Twitter: “Standard&Poor’s migliora il rating dell’economia italiana. Se cresce la fiducia possiamo avere più lavoro e più sviluppo”. Gongola anche il segretario del Pd Matteo Renzi: “Dopo anni, finalmente, S&P alza il rating dell’Italia. Il lavoro paga, il tempo è galantuomo. Adesso avanti”.