Cinquantaquattro anni di misteri, di ipotesi e teorie. Dall’assassinio di John F. Kennedy, avvenuto a Dallas, il 22 novembre 1963, è passato poco più di mezzo secolo nel quale spicca un’indagine che sa di faciloneria e/o incompetenza.
Sembrerebbe una scena di un film girato da un regista agli esordi: il sospettato, Lee Harvey Oswald, che viene interrogato senza registrare o prendere appunti e viene poi fatto uccidere sotto gli occhi di due sceriffi durante un trasferimento.
A distanza di ben 54 anni, grazie alla diffusione dei documenti segretati si saprà di più? Verranno confermate le teorie cospiratorie? Oppure c’è qualcosa che nessuno conosce? O ancora si tratta di informazioni non influenti?
Sicuramente gli storici si metteranno subito al lavoro per cercare di mettere insieme tutti i tasselli del puzzle partendo magari anche dal viaggio di Lee Harvey Oswald a Città del Messico, pochi giorni prima dell’attentato. L’uomo si recò in due ambasciate, in quella cubana e in quella dell’Unione Sovietica. Si scoprirà cosa fece?
Tante le ipotesi succedutesi negli anni, mai, però, si è venuti a conoscenza della realtà. Complotto, cospirazione, il ruolo della Cia, i rapporti tra i vari Stati durante la Guerra Fredda, la soluzione di uno dei misteri politici più appassionanti del Novecento, potrebbe trovarsi in quei documenti desecretati.
Ma c’è chi, invece, propende per un’altra tesi, ovvero quella secondo la quale nessuno mai arriverà alla verità.