Secondo alcune fonti del ministero dello Sviluppo, la tariffazione a 28 giorni “rappresenta una pratica commerciale scorretta che verrà esplicitamente vietata attraverso appositi strumenti legislativi“. Dal canto suo Asstel, l’associazione di categoria che riunisce gli operatori, ribadisce la legittimità di tale tariffazione.
Quanto alla sanzione delle passate condotte la valutazione spetta all’Agcom, ma l’auspicio del ministero è che i consumatori siano rimborsati. “La tariffazione è a tutti gli effetti una componente dell’offerta commerciale“, spiega l’Asstel. Tutti gli operatori “sono sempre stati e sono disponibili al dialogo con le istituzioni, purché si rispettino i principi della libera concorrenza” e di aver chiesto un incontro con il ministro dello Sviluppo Calenda e con i parlamentari promotori dei disegni di legge sul tema.
Tra i principi della libera concorrenza, prosegue la nota di Asstel “è fondamentale quello della libertà di determinare le condizioni di offerta dei servizi. Va salvaguardato il modello liberalizzato che ha caratterizzato il mercato della telefonia negli ultimi venti anni, con notevoli benefici per il Paese in termini di costante diminuzione dei prezzi dal 2010, consistenti investimenti dell’ordine di circa 6,5 miliardi di euro l’anno, servizi innovativi in continua crescita quantitativa e qualitativa”.
“Intervenire con un obbligo legislativo sui prezzi – conclude la nota – andrebbe contro tutto questo e ci porterebbe in un quadro normativo di dubbia compatibilità con quello europeo“.