Accarezza i nostri sensi con intensità, stimola la nostra fantasia, evocando storie di interni barocchi e abiti regali. Il velluto, storia di uno dei tessuti più apprezzati e amati da sempre, emblema di preziosità e ricchezza. Molte sono le sue varietà. Dai toni brillanti, la sua ricchezza tattile morbida e setosa, nessun altra texture regge il paragone, neppure la seta, perché fredda. Il velluto no, è caldo,ricco, sontuoso.
È linguaggio comune che per rendere in un solo aggettivo queste caratteristiche, si usa dire “vellutato”. Amato da secoli da stilisti, artisti e amanti del bello. Nella trama la sua caratteristica principale è presentare dal dritto un pelo molto fitto e rasato: velluto unito, oppure una serie di piccoli anelli di filo che sporgono dalla trama: velluto riccio. Queste basilari differenze vengono poi accentuate nelle diverse lavorazioni con le quali si può trattare il materiale.
- COURDUROY velluto a coste, DÈVORÈ su cui si ottengono effetti di trasparenza attraverso procedimenti chimici con uno scioglimento selettivo della fibra.
- FROISSÈ velluto con aspetto sgualcito, SOPRARIZZO operato e lavorato fino ad ottenere un effetto damascato.
- VELVETON (fustagno) soprattutto utilizzato per l’abbigliamento tecnico/sportivo.
- JACQUARD con disegno intessuto nella trama.
Oltre le svariate tipologie di velluto operati, con le moderne tecnologie oggi possiamo ottenere anche un velluto elasticizzato con l’aggiunta in piccola percentuale di un componente (spondex). In principio per rendere il velluto particolarmente lucido e morbido, veniva utilizzata la seta e spesso era perfino arricchito con lamine d’oro e d’argento. In seguito venne introdotto l’utilizzo del cotone, del Lino, della lana, del mohair, rendendo così il tessuto meno lussuoso ma molto più resistente. Oggi si riescono a realizzare anche velluti sintetici.
I primi indizi di questo tessuto ci giungono da un luogo indefinito lungo la leggendaria “via della seta”, forse nella regione del Kashmir, fra India, Pakistan e Cina da dove giunse fino in Europa.
Famosi i velluti italiani e più tardi quelli Fiamminghi. Stoffa apprezzata da nobili di ogni epoca, ispirò illustri artisti come il Tiziano, che ne fece ampio uso nei suoi ritratti. Talmente amato da aver ispirato Tony Bennet negli anni ‘50 e un film di David Lynch con Isabella Rossellini nel 1986, oltre una torta elegante e prelibata, la RED VELVET, tipica del sud degli Stat Uniti. Le star amano il velluto e lo scelgono spesso per sfilare sul “red carpet”, spesso prediletto in nero, ma anche colorato per aumentare la loro sensualità. Sarà un inverno di velluto dalla testa ai piedi senza tralasciare l’underwear. Per un look da star scegliete un turbante o una fascia in velluto, arricchite le vostre acconciature con dettagli per capelli con barrette, ferma coda e cerchietti.
Zaini, micro bag, clutch, da quelle più Low price a quelle super griffate. Tronchetti, pump, décolleté, mocassini, ballerine, poco conta, imperativo che siano di velluto. Il velluto accarezza i nostri sensi, poteva mancare l’intimo? Anche se tecnicamente in questo caso parleremo di ciniglia. Gonne in velluto, soprattutto plissè o con grosse pieghe, di tagli e linee assimetriche. Giacche e soprattutto camicie di velluto, molto più versatili e meno formali. Per arrivare al completo in velluto per regalarci un look sofisticato, più informale di giorno se indossato con un paio di francesine stringate.
Dulcis in fundo l’abito in velluto, per ogni occasione in base alla lunghezza che sceglierete. Alle giovanissime lasciamo le micro lunghezze. Il classico tubino più versatile per differenti occasioni, basterà giocare molto con gli accessori. Infine l’abito lungo da vera regina di Hollywood. Velluto scuro blue, verde, bordeaux decisamente più sexy, nei toni cipria o pastello per le più romantiche. Vi dico arrivederci sulle note di blu velvet …”Indossava velluto blu…piu’ blu di blu velvet…del velluto era la notte…più blu di velluto erano i suoi occhi…blu velvet”.