Sempre più spesso ultimamente si sente parlare della terapia con le “onde d’urto”, ma cosa sono veramente? Questa e altre domande le abbiamo fatte al dottor Antonio Nigito, medico chirurgo specialista in medicina fisica e riabilitativa che ci ha aiutato a fare un po’ di chiarezza in merito.
Una cosa importante, che ci ha sottolineato più volte, è che un trattamento del genere deve essere effettuato da mani davvero esperte: “Una potenza eccessivamente elevata potrebbe rompere un tendine”, ha spiegato il dottor Antonio Nigito, che per specializzarsi ha seguito corsi e congressi in Germania a Berlino a Francoforte ed Hannover dai professori Karsten Knoblock e Frank Batje.
Cominciamo dall’inizio: cos’è la terapia con le onde d’urto?
È una terapia non invasiva ed estremamente efficace che comporta tempi minimi per il trattamento di alcune patologie a carico delle ossa e/o dei tessuti molli. Si tratta di impulsi pressori, distanti tra loro un tempo brevissimo, che generano una forza meccanica diretta. Il corpo risponde con un aumento dell’attività metabolica intorno all’area di dolore, accelerando così il processo di guarigione.
Quando si applica questa terapia?
Le prime applicazioni delle onde d’urto sono avvenute in ambito urologico: i calcoli renali “bombardati” con le onde d’urto ad alta energia, progressivamente si sgretolano. Da più di un decennio l’impiego si è esteso anche in ambito ortopedico–fisiatrico, anche se il meccanismo d’azione è profondamente diverso. Di norma, il trattamento con le onde d’urto è capace di “sciogliere” delle formazioni calcifiche, che spesso si riscontrano in sede di tendini e legamenti infiammati. Per fare qualche esempio, a livello di tessuti molli parliamo di epicondilite (o “gomito del tennista”), epitrocleite (o “gomito del golfista”); patologie infiammatorie e/o degenerative, acute e croniche, del tendine d’Achille e del tendine rotuleo; borsite; oppure a livello osseo, fratture che tardano a consolidare o che non sono più in grado di guarire spontaneamente; disturbi vascolari dell’osso.
Ci sono controindicazioni o effetti collaterali? Sono dolorose?
Non sono riportati effetti collaterali significativi, anche se in alcune condizioni il trattamento con onde d’urto è controindicato. Non può essere utilizzato se la patologia scheletrica è localizzata in prossimità di tessuti delicati come per esempio la regione del torace, dove le onde d’urto possono provocare effetti lesivi ai polmoni. Esclusi dal trattamento sono i pazienti emofilici e le donne in gravidanza, così come i pazienti affetti da neoplasie, in atto o pregresse, nella zona che deve essere trattata. Se è doloroso? Bè, diciamo che non è del tutto piacevole, ma quando i risultati arrivano i pazienti tornano più volentieri per una seduta.
L’effetto terapeutico è immediato?
Il protocollo terapeutico prevede un numero di sedute variabili da tre a cinque, eseguite a una distanza minima di 24/48 ore e massima di 15 giorni. Il miglioramento sarà constatabile non prima di alcune settimane dal ciclo di onde d’urto, ed è necessario attendere circa un mese prima di valutare i risultati della terapia. Nei casi in cui la risposta sia stata solo parziale, è opportuno ripetere la terapia a distanza di un paio di mesi.
È vero che le onde d’urto vengono utilizzate anche nella medicina estetica?
Le onde d’urto, oltre alle capacità antinfiammatorie e antidolorifiche, hanno dimostrato anche una grande capacità rigenerativa su vari tessuti. Tra le applicazioni in ambito estetico, dunque, oltre al trattamento di cicatrici anelastiche e antiestetiche e delle rughe, c’è anche il trattamento per la cellulite. Le onde d’urto non hanno effetti di sgretolamento del grasso, la loro applicazione ha differenti finalità: permette il rassodamento dei tessuti e migliora il drenaggio dei liquidi. In genere è necessario un po’ di tempo per vedere i frutti delle onde d’urto, come in ogni terapia rigenerativa.