Dopo un girone di qualificazione più complicato del previsto, l’Italia si trova a dover passare attraverso i playoff per guadagnarsi un posto ai Mondiali di Russia 2018. Queste le quattro possibili avversarie degli azzurri, in attesa del sorteggio di martedì prossimo a Zurigo (ore 14:00).
IRLANDA DEL NORD
Dopo l’impresa della qualificazione a Euro 2016, la Green and White Army vuole concedersi il bis mondiale. La formazione britannica, allenata da Michael O’Neill da ormai sei anni, ha conquistato il secondo posto nel girone vinto dalla Germania, mostrandosi solida in fase difensiva (solo 6 gol subiti) e capace di far male con la propria fisicità. La stella è il difensore centrale Jonny Evans, cercato in estate dal Manchester City di Guardiola, ma il nome più noto agli appassionati italiani è quello di Kyle Lafferty, protagonista nel Palermo vincitore della Serie B 2013/2014. I precedenti sorridono agli azzurri, ma nella mente dei più anziani è vivo il ricordo della sconfitta nelle qualificazioni ai Mondiali 1958, decisiva per il mancato accesso alla Coppa del Mondo.
La formazione tipo
Irlanda del Nord (4-3-3): McGovern; McLaughlin, McAuley, J. Evans, Brunt; Davis, C. Evans, Norwoo; Magennis, Lafferty, Dallas.
IRLANDA
Come i cugini del nord dell’isola, anche gli irlandesi hanno fondato il loro secondo posto (alle spalle della Serbia) sulla grande organizzazione difensiva, storica caratteristica di una squadra da sempre coriacea. Decisiva, per l’accesso ai playoff, la vittoria nell’ultima sfida contro il Galles, firmata da un gol di James McClean, nativo di Derry, nell’Irlanda del Nord, ma simbolo dell’EIRE. L’Italia di Conte affrontò l’Irlanda, anche allora allenata da Martin O’Neill, santone del calcio britannico, durante la fase a gironi di Euro 2016, perdendo 0-1 a qualificazione già acquisita. A segno, allora, andò Robbie Brady, leader tecnico del centrocampo irlandese e stella del Burnley.
La formazione tipo
Irlanda (4-5-1): Randolph; Christie, Duffy, Clark, Ward; Arter, Brady, Meyler, Hendrick, McClean; Murphy.
GRECIA
Passano gli anni, terminano i cicli, ma la Grecia è sempre lì a giocarsi l’accesso alle principali competizioni, a dispetto di una rosa tutt’altro che straordinaria. Nel loro girone di qualificazione, chiuso dietro un Belgio schiacciasassi, Manolas e compagni hanno superato la concorrenza della Bosnia, formazione sicuramente più attrezzata per competere ad alti livelli. In attacco, complice il calo di Samaras e Mitroglou, gli ellenici non sono particolarmente brillanti, ma compensano con la costante attenzione in fase difensiva portata dal commissario tecnico tedesco Michael Skibbe.
La formazione tipo
Grecia (4-2-3-1): Karnezis; Torosidis, Manolas, Papastathopoulos, Stafylidis; Tziolis, Tachtsidis; Christodoulopoulos, Fortounis, Mantalos; Mitroglou.
SVEZIA
Altra avversaria che gli azzurri conoscono bene, avendola affrontata durante la fase a gironi di Euro 2016 (1-0 firmato Eder). Orfani di Zlatan Ibrahimovic, che ha lasciato la nazionale al termine della rassegna continentale, gli scandinavi hanno trovato una nuova stella in Victor Lindelof, duttile difensore passato in estate dal Benfica al Manchester United. Nel gruppo A delle qualificazioni, trascinati dalle reti di Marcus Berg, gli uomini di Hamren hanno dato filo da torcere fino all’ultimo alla Francia, mettendosi alle spalle un’Olanda che sulla carta era nettamente superiore grazie alla goleada contro Lussemburgo alla penultima giornata.
La formazione tipo
Svezia (4-2-3-1): Olsen; Lustig, Lindelof, Granqvist, Augustinsson; Larsson, Johansson; Claesson, Toivonen, Forsberg; Berg.