Sono ore di mobilitazione per i sindacati e i lavoratori dell’A, D, Tubifici e imprese dello stabilimento Ilva di Taranto. I presidi avvengono in concomitanza con lo sciopero di 24 ore indetto da Fim, Fiom, Uilm e Usb contro il piano esuberi dell’acquirente Am Investco (controllata dal gruppo franco-indiano ArcelorMittal).
I metalmeccanici di Ilva Cornigliano hanno protestato davanti alla Prefettura di Genova, fronteggiando la polizia in tenuta antisommossa. Una delegazione di operai è stata ricevuta dalle autorità. Il corteo, partito dallo stabilimento alle 8:30, ha bloccato parte del centro di Genova.
Presidi di lavoratori e sindacati sono in corso davanti alle portinerie A, D, Tubifici e imprese dello stabilimento Ilva di Taranto. Le iniziative avvengono in concomitanza con lo sciopero di 24 ore, cominciato alle 7, indetto da Fim, Fiom, Uilm e Usb. In programma al Mise un vertice in cui sarà discusso il piano dell’acquirente Am Investco (controllata dal gruppo franco-indiano ArcelorMittal), che ha confermato i 4mila esuberi programmati. Mobilitazioni anche a Genova, dove gli scioperanti potrebbero bloccare il traffico.
Intanto il ministro Calenda ha annullato il tavolo con Arcelor Mittal definendo “inaccettabile” non avere garanzie sui lavoratori. Per il ministro dello Sviluppo economico, insomma, “bisogna ripartire dall’accordo di luglio, dove si garantivano i livelli retributivi. Se non si riparte da quell’accordo la trattativa non va avanti”.
I 4mila esuberi programmati non lasciano tranquilli i lavoratori nonostante le rassicurazioni del governo che ha garantito che non lascerà nessuno senza tutele. A preoccupare sono soprattutto le condizioni che dovranno essere accettate dai lavoratori che passeranno alle dipendenze di Am Investco.
Secondo i sindacati, i dipendenti “confermati” perderanno comunque le garanzie dell‘articolo 18 perché saranno riassunti con il contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs Act. Inoltre, come evidenziato nel piano, non ci sarà alcuna “continuità rispetto al rapporto di lavoro” precedente.
La continuità non sarà garantita “neanche in relazione al trattamento economico e all’anzianità”. Ora toccherà alle sigle sindacali trattare per riuscire a mantenere i livelli retributivi.