Un viaggio nella musica d’Oltreoceano, l’omaggio a Salvatore Sciarrino in occasione dei suoi settant’anni, un grande tema unificante, quello delle migrazioni. Ecco, in sintesi, la quarta edizione di “Nuove Musiche”, la rassegna del Teatro Massimo che si riconnette idealmente a quelle Settimane Internazionali Nuova Musica che videro Palermo all’avanguardia negli anni Sessanta e che parte domani, sabato 7 ottobre, per concludersi il 4 novembre.
Gli appuntamenti di ottobre, intitolati “American Counterpoints”, puntano l’attenzione soprattutto sulla produzione d’Oltreoceano. Si inizia domani, sabato 7 ottobre alle 20.30 in Sala Onu, con Sonata & Interludes di John Cage, la fondamentale raccolta per pianoforte preparato composta tra il 1946 e il 1948, presentata dal pianista Ciro Longobardi. Composta tra il 1946 e il 1948, è l’opera più importante di Cage per pianoforte preparato. È prevista una complicata preparazione dello strumento, che richiede dalle due alle tre ore e che coinvolge in tutto 45 tasti, modificati con inserimento di viti e bulloni, ma anche di pezzi di gomma e di plastica, di sei noci e di una gomma da cancellare. Il suono che ne risulta è influenzato da quello del gamelan, lo strumento-orchestra indonesiano che aveva affascinato già Debussy.
Scrive Cage che Sonatas and Interludes “fu composto quando per la prima volta presi coscienza della filosofia orientale. Decisi di tentare l’espressione in musica delle emozioni permanenti della tradizione indiana: l’eroico, l’erotico, il meraviglioso, il gioioso, la preoccupazione, la paura, la rabbia, l’odioso, e la loro comune tendenza verso la tranquillità”.
Venerdì 13 alle 18.30, sempre in Sala Onu, l’appuntamento è con la musica di Nico Muhly, Alvin Curran, Steve Reich. Prima esecuzione italiana per Diacritical Marks (Segni diacritici) di Nico Muhly, un quartetto in otto brevi movimenti, composto scegliendo di concentrarsi sui dettagli, “un puntino su una lettera, una minuscola rotazione dell’archetto”. Prima esecuzione italiana anche per Syracuse Blues di Jacob TV, ispirato ai suoni del mercato del pesce di Siracusa; Sweet Air è l’espressione con cui il dentista aveva presentato al figlio di David Lang il gas esilarante usato come anestetico: due brani quindi legati entrambi alla vita quotidiana.
Una drammatica interruzione della vita è invece quella cui rende omaggio WTC 9/11 di Steve Reich. Il quartetto rielabora le registrazioni di voci legate all’attentato dell’11 settembre al World Trade Center di New York. Il movimento centrale, 2010, include interviste a vicini e amici di Reich che ricordano gli eventi di quelle ore, mentre nell’ultimo movimento, WTC, l’acronimo assume anche il doppio significato di World To Come, il mondo a venire, come sottolineato da David Lang.
Mercoledì 25 ottobre alle 20.30 (sempre Sala Onu) è la volta dell’ensemble di musica contemporanea EMC del Conservatorio di musica di Palermo, nato nel 2013 dall’esigenza di diffondere ed eseguire musica contemporanea, compresa quella composta dai suoi giovani studenti. Diretto da Fabio Correnti, il programma del concerto presenta, oltre alle due composizioni del danese Bent Sørensen e del bulgaro Peter Kerkelov, cinque nuove musiche degli studenti di Composizione selezionate dal direttore artistico Ulrich Hauschild che saranno eseguite al Bozar di Bruxelles il prossimo novembre.
Domenica 29 ottobre, alle 17.30, in Sala Stemmi, ancora una prima esecuzione italiana, e questa volta è Rushes di Michael Gordon per ensemble di fagotti. Nato dalla richiesta del New Music Bassoon Fund, Rushes viene a colmare il vuoto all’interno della produzione di musica contemporanea per fagotto: Gordon si definisce infatti “un po’ un Magellano” per essersi spinto in un territorio quasi del tutto inesplorato, nel quale era certo di scoprire nuovi mondi.
La rassegna si conclude con un grande omaggio a Salvatore Sciarrino, palermitano, uno dei protagonisti del panorama musicale contemporaneo internazionale, in occasione dei suoi settant’anni, a partire dalla prima rappresentazione italiana dell’opera Superflumina, cui si affiancano altre manifestazioni: l’integrale delle sue composizioni per flauto, che comprende anche gli ultimi brani per lo strumento scritti dal compositore, affidata a Matteo Cesari e Manuel Zurria ed eseguita spostandosi in tutte le sale del Teatro Massimo; una lectio magistralis di Salvatore Sciarrino, introdotta da Pietro Misuraca; l’esecuzione di La bocca, i piedi, il suono per 4 sax solisti e un ensemble di 100 sax “migranti”, dai sorprendenti effetti spaziali e sonori.
Si comincia proprio mercoledì 1 novembre alle 17.30, in Sala Grande, Sala Onu, Sala Stemmi, Sala pompeiana, con l’integrale delle sue opere per flauto, strumento che è – come scrive Pietro Misuraca, docente di Storia della Musica all’Università di Palermo e autore di Salvatore Sciarrino – è al centro dell’indagine compositiva di Sciarrino, con una grande fioritura di opere.
Il giorno successivo, giovedì 2 novembre alle 18, in Sala Stemmi, la Lectio magistralis di Sciarrino introdotta da Misuraca.
Venerdì 3 e sabato 4 novembre alle 20.30 in Sala Grande Superflumina, opera in un atto, prima rappresentazione italiana, direttore Tito Ceccherini, regia Rafael Villalobos. Opera ambientata in una stazione, luogo non di sosta e di celebrazione della civiltà, ma “così monumentale da dilatarsi sopra il singolo ed esaltarne la solitudine – come scrive il compositore -. Dentro, anche la percezione risulta alterata. Rumori ingranditi dagli spazi, amplificati dalla lontananza. Sono rumori meccanici, stridori (da noi anche un intrico assordante di pubblicità selvaggia). E soprattutto voci, frantumi di parole, anonimi: accolti dal brusìo, non appena gridati hanno perso la singolarità dell’io. L’umanità diviene fiumana, elemento fluido e impersonale”.
Sempre sabato 4 novembre in Sala Grande, alle 17.30, La bocca, i piedi, il suono, per 4 sassofoni contralti solisti e 100 sassofoni in movimento, in collaborazione con il Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo e l’Associazione Amici della Musica di Palermo.