Gli Stati Uniti intendono diffondere una allerta invitando i cittadini americani a non recarsi a Cuba, in seguito a timori per possibili ‘attacchi’ negli hotel dell’isola che metterebbero a repentaglio la salute dei viaggiatori.
La decisione dopo un “attacco acustico”, di origine ignota, sofferto da almeno 21 cittadini americani sull’isola.
Hanno deciso di interrompere, a scadenza indefinita, il rilascio di visti a Cuba e fermare i viaggi di delegazioni ufficiali in seguito agli attacchi contro il personale americano.
Hanno inoltre intenzione di ordinare al 60% dello staff dell’ambasciata americana al’Avana di lasciare la sede di rappresentanza in seguito a “specifici attacchi” contro diplomatici a Cuba.
La decisione del dipartimento di Stato americano arriva a tre giorni dall’incontro a Washington tra Rex Tillerson e il ministro degli Esteri cubano, Bruno Eduardo Rodríguez Parrilla, il quale non è riuscito a convincere il capo della diplomazia americana che il governo dell’Avana può garantire la sicurezza dei funzionari statunitensi sull’isola.
Il motivo per il quale Tillerson non avrebbe deciso di chiudere l’ambasciata – scrive il New York Times – è il fatto che molto probabilmente il responsabile dell’attacco non sarebbe il governo cubano, ma un altro Paese. Inoltre l’Fbi ha fatto diversi controlli nelle case dei diplomatici americani a Cuba ma non ha trovato alcun apparecchio. Proprio la scelta dell’Avana di consentire alla polizia americana di andare sull’isola e fare una indagine indipendente, rappresenta un livello di apertura mai visto in precedenza.