Il Tribunale di Genova ha disposto il sequestro in via preventiva di fondi della Lega Nord per complessivi 48 milioni e 900 mila euro, calcolati sulla base del finanziamento pubblico dei partiti. I fondi sarebbero dislocati in varie banche locali (in Emilia, in Liguria, a Bergamo, a Trento) e sono ora bloccati a seguito della condanna in primo grado dello scorso luglio per l’ex tesoriere Belsito, Bossi e suo figlio Renzo per presunta truffa e irregolarità sull’utilizzo di tali fondi pubblici.
Un’azione che viene difesa dal procuratore capo di Genova Francesco Cozzi in risposta a Matteo Salvini: “Non abbiamo messo in atto nessun attentato alla Costituzione. Noi abbiamo il massimo rispetto per la Lega e per tutti i partiti. Quello che abbiamo fatto è un’azione a tutela del Parlamento”.
Allarmata invece la posizione del leader del carroccio che a Montecitorio annuncia la misura preventiva (operativa da oggi) e parla di attacco diretto al proprio partito: “È un fatto senza precedenti, si vuole imbavagliare il dissenso. Il provvedimento di sequestro cautelativo è stato deciso dal tribunale di Genova sulla base di una sentenza di primo grado: in sostanza, saremmo chiamati noi a rispondere degli eventuali errori”.
“É un attacco alla democrazia, una follia – aggiunge – Ma se pensano di spaventarmi, si sbagliano di grosso. Stanotte andrò a letto ancora più arrabbiato e combattivo. La manifestazione di Pontida in qualche modo si farà”. La situazione viene denunciata da Salvini a pochi giorni dalla tradizione manifestazione di Pontida e in vista dei referendum in Lombardia e Veneto, eventi che dovrebbero essere finanziati con tali fondi di partito.
Sarcastico il commento di Matteo Renzi, dalla festa dell’Unità di Frascati: “Tutti i giorni la Lega fa la morale a Roma ladrona ma nessuno che dica che c’è un partito che ha rubato i soldi del contribuente. La Lega deve dare 48 milioni di euro del contribuente. E nessuno ne parla”.