Dopo aver celebrato messa a Medellin, nel corso del suo viaggio apostolico in Colombia, Papa Francesco si impegna ancora una volta in un appello alla pace in Venezuela nel corso dell’Angelus officiato a Cartagena.
Un viaggio apostolico con imprevisto per il Pontefice, vittima di un lieve ferita allo zigomo dopo essere scivolato a bordo della Papamobile. Per lui solo una tumefazione non grave sopra e sotto l’occhio sinistro, che non gli hanno impedito di lanciare un nuovo messaggio per risolvere il conflitto interno allo stato retto da Nicolas Maduro.
“Esprimo la mia vicinanza ad ognuno dei figli e delle figlie di quella amata nazione, – ha affermato il Santo Padre – come pure a coloro che hanno trovato in questa terra colombiana un luogo di accoglienza. Faccio appello affinché si respinga ogni tipo di violenza nella vita politica e si trovi una soluzione alla grave crisi che si sta vivendo e che tocca tutti, specialmente i più poveri e svantaggiati della società”
Il Santo Padre (dall’altare predisposto all’Aeroporto Enrique Olaya Herrera di Medellin) si era reso invece autore di un appello all’umiltà della Chiesa e dei fedeli, invitati a spogliarsi delle comodità e aprirsi al cambiamento. Il tema scelto quella della “vita cristiana come discepolato”.
Queste le sue parole durante l’omelia di ieri: “Il rinnovamento non deve farci paura, la Chiesa è sempre in rinnovamento. Non si rinnova a suo capriccio, ma lo fa fondata e ferma nella fede. Come Gesù scuoteva i dottori della legge, ora anche la Chiesa è scossa dallo Spirito Santo perché lasci le sue comodità e i suoi attaccamenti”.
Bergoglio invita anche a rinunciare ai personalismi: “Non possiamo essere cristiani che alzano continuamente il cartello – proibito il passaggio- , né considerare che questo spazio sia nostra proprietà; un qualcosa che non è assolutamente nostro”.
Vietato la pedissequa osservazione di leggi senza essere esempio concreto nella comunità: “Non si tratta di attaccarsi alla spiegazione di una dottrina, ma di un’esperienza della presenza amichevole, viva e operante del Signore; non è qualcosa di statico, ma un continuo movimento verso Cristo”.