L’uragano Irma perde potenza ma continua la propria marcia verso la Florida e gli Stati Uniti. Irma (inizialmente di categoria 5) è stato declassato a tempesta di categoria 4, ma con venti ancora 250 km/h all’ora e ormai distante solo 800 km da Miami.
Nei prossimi due giorni, la tempesta non dovrebbe subire declassamenti e potrebbe portare danni ingenti come quelli visti nei Caraibi: il 90% di Barbuda è distrutto e danni e devastazione si registrano ad Haiti, nella Repubblica Dominicana e nelle Isole Vergini, con il bilancio salito a 13 morti.
Nel frattempo sono ore di panico in Florida, dove centinaia di migliaia di persone si sono riversate nelle autostrade per scappare dall’uragano, bloccando le principali arterie stradali, mentre chi è rimasto ha preso d’assalto e saccheggiato supermercati e pompe di benzina. Un milione di evacuati negli Usa, a Cuba scattata evacuazione di circa 53 mila turisti (36 mila sono ospiti dei vari resort della costa settentrionale dell’isola settentrionale).
Intanto le autorità confermano l’imminenza dell’impatto: “Chiunque dall’Alabama alla North Carolina dovrebbe seguire molto da vicino questa tempesta, Irma è una minaccia che devasterà gli Stati Uniti. Dobbiamo “solo” valutare quanto saranno duramente colpiti i vari Stati; l’impatto è certo”.
“La contea di Miami deve prepararsi al peggio, ad alluvioni e a venti in grado di minacciare la vita di molte persone”, afferma il governatore Rick Scott. Questo il messaggio di Donald Trump: “Siamo di fronte a venti di una forza mai vista, ma gli Stati Uniti sono preparati al massimo ad affrontare questa emergenza”.
A causa del passaggio dell’uragano le compagnie americane hanno intensificato i collegamenti per agevolare la fuga dalla Florida, in vista della totale chiusura degli aeroporti locali, mentre Alitalia ha cancellato i voli fra Roma e Miami previsti per il 9 e il 10 settembre. Secondo l’Onu, l’uragano potrebbe colpire 37 milioni di persone.