Il Messico è stato scosso violentemente da una scossa fortissima scossa di terremoto alle ore 6.49 (ora italiana) del 8 settembre, seguita poi da altre sei scosse comprese fra la magnitudo tra 4,4 e 5,7. Il bilancio delle vittime è salito a 90 morti, 71 delle quali solo nello stato Oaxaca, mentre le altre provengono dallo stato di Chiapas. Il sisma sarebbe stato avvertito da 50 milioni di persone in diverse zone del Paese, dove sono stati proclamati tre giorni di lutto nazionale.
Secondo le stime dell’istituto geologico statunitense, la magnitudo del sisma è di 8.4 sulla scala Richter, generato probabilmente dalle spinte della placca oceanica sotto quella continentale americana e seguita da centinaia di repliche (le più forti di magnitudo 6.1 e 5.8, con epicentro a sudest di Salina Cruz). Il presidente del Messico, Enrique Pena Nieto, ha detto che si tratterebbe del sisma più forte degli ultimi 85 anni (l’ultimo di tale gravità risale al 1932, più potente di quello verificatosi nel 1985).
La situazione più critica è nel municipio di Juchitan de Zaragoza, sulla costa di Oaxaca, mentre a Matias Romero un albergo è crollato e diversi suoi ospiti risultano dispersi fra le macerie. Crollato anche il palazzo municipale. Una vittima e danni ingenti si registrano in Guatemala
L’epicentro della scossa è stato localizzato a sudovest di Pijijiapan, a una profondità di 69,7 km, in pieno Oceano Pacifico, con un allarme tsunami, poi rientrato, diramato in Ecuador, Nicaragua, Panama, Guatemala, Honduras, El Salvador e Costa Rica.
La scossa è stata talmente forte da aver fatto tremare i palazzi della capitale Città del Messico sebbene situata a mille chilometri di distanza, con allarmi impazziti e alcune aree rimaste senza corrente elettrica e generando panico nelle strade, mentre a largo sono in corso le verifiche della Pemex per individuare eventuali danni alla proprie piattaforme petrolifere.