Il Veneto ha deciso di sospendere il de certo regionale con cui si istituiva una moratoria di 2 anni sulla presentazione dei documenti relativi ai vaccini obbligatori per i bambini da zero a sei anni.
Il decreto, denominato “indicazioni regionali in regime transitorio di applicazione della legge Lorenzin”, era stata firmato dal direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan e intendeva evitare la decadenza dell’iscrizione dagli asili nido e dalle scuole dell’infanzia ai bambini senza documentazione.
Soddisfatto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin: “Apprendiamo con soddisfazione la decisione del Veneto di allinearsi alla normativa nazionale”. Il governo era pronto a intervenire: dal ricorso al TAR fino all’ipotesi (estrema) di commissariamento della Regione.
Il ministro della salute Beatrice Lorenzin aveva subito criticato la decisione: “Reagiremo in tutti i modi, perché è in gioco la salute dei cittadini veneti. Gli amministratori devono sapere che si stanno esponendo a gravi responsabilità. Se derogano di due anni, si assumono la responsabilità di quello che può accadere in ogni struttura e ai singoli alunni. L’epidemia di morbillo non è finita. Senza vaccini non si potrà entrare a scuola. È un divieto sacrosanto”. Poi il dietrofront della regione Veneto.