Sono stati respinti i ricorsi di Slovacchia e Ungheria presso La Corte di giustizia Ue, chiamata a decidere sul meccanismo di “relocation” dei richiedenti asilo da Italia e Grecia, dando ragione alle posizioni di Italia e Grecia. Il piano prevede la redistribuzione di 160mila persone su un periodo di due anni.
Secondo il dispositivo della sentenza, “il meccanismo contribuisce effettivamente e in modo proporzionato a far sì che la Grecia e l’Italia possano far fronte alle conseguenze della crisi migratoria del 2015”. A sostegno di Sloavcchia e Ungheria è intervenuta la Polonia, mentre Belgio, Germania, Grecia, Francia, Italia, Lussemburgo, Svezia e la Commissione europea sono intervenute a favore del Consiglio.
Slovacchia e Ungheria avevano presentato ricorso per annullare la misura temporanea della relocation, adducendo prima motivi intesi a dimostrare che la sua adozione era viziata da errori di ordine procedurale o di base giuridica e poi sostenendo non fosse idonea o necessaria per rispondere alla crisi. L’Ungheria al momento non ha accolto nessuno dei 1.294 rifugiati previsti dal piano.
Soddisfatto il commissario Ue Dimitris Avramopoulos: “La Corte di giustizia Ue ha confermato la validità dello schema dei ricollocamenti. È tempo di lavorare nell’unità e attuare in pieno la solidarietà”. Dello stesso avviso anche Antonio Tajani: “La solidarietà non è a senso unico. Ora bisogna andare avanti con i ricollocamenti e con le procedure d’infrazione”.