I timidi segnali di distensione degli ultimi giorni erano solo fumo negli occhi: la Corea del Nord torna a minacciare il mondo. Un missile del regime di Kim Jong-un ha sorvolato il territorio giapponese all’altezza dell’isola di Hokkaido per finire poi nel mar del Giappone frantumandosi in tre pezzi a 1.180 km dalla città di Cape Erimo.
“Il missile ha attraversato il nostro spazio aereo”, ha dichiarato il premier di Tokyo Shinzo Abe. Il leader giapponese ha quindi presieduto una riunione di emergenza: “Sarà fatto ogni sforzo possibile per proteggere la popolazione giapponese“. Immediata la convocazione di una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza Onu.
Il capo di gabinetto del governo giapponese, Yoshihide Suga, ha definito il lancio del missile “una grave minaccia senza precedenti alla sicurezza del Giappone”. Il governo di Tokyo, ha aggiunto Suga, continuerà a cooperare con gli Stati Uniti e la Corea del Sud sulla sicurezza militare.
Secondo fonti militari sudcoreane, quello lanciato dai nordcoreani è un missile balistico che ha percorso 2.700 km e raggiunto un’altezza massima di 550 km. Sia gli Usa che la Corea del Sud stanno analizzando il lancio e monitorando la situazione: il timore è quello un’eventuale altra azione di Pyongyang.
“Il mondo ha ricevuto l’ennesimo messaggio della Corea del Nord forte e chiaro: questo regime ha segnalato il suo disprezzo per i paesi vicini, per tutti i membri delle Nazioni Unite e per gli standard minimi di comportamento accettabile a livello internazionale”. Questo il duro attacco del presidente americano, Donald Trump, che ha poi precisato: “Tutte le opzioni sono sul tavolo”.
La Corea del Nord ha quindi replicato con i soliti toni da ultimatum: “Il nostro paese ha tutte le ragioni di rispondere con dure contromisure come esercizio del suo diritto all’autodifesa. Gli Stati Uniti saranno pienamente responsabili delle conseguenze catastrofiche che questo comporterà”, ha detto l’inviato di Pyongyang alle Nazioni Unite nel corso del forum sul disarmo a Ginevra.
Differente l’approccio di Mosca alla questione: “La Russia, con il consenso del gruppo dei paesi chiave, potrebbe avere negoziati bilaterali con la Corea del Nord per esercitare pressioni sul programma missilistico e su quello nucleare a patto che gli Stati Uniti congelino l’attività militare nella regione”, ha detto il capo della commissione Esteri della Duma Leonid Slutzki a Interfax.
“È chiaro a tutti che l’opzione delle sanzioni alla Corea del Nord si è ormai esaurita“, ha quindi aggiunto il vice ministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov secondo il quale “maggiori sanzioni non risolveranno il problema”. Intanto le Forze armate della Corea del Sud hanno sganciato otto bombe vicino al confine con la Corea del Nord in una dimostrazione di “forza travolgente”.