Sarà composta da circa 1,8 milioni la platea di persone che potranno beneficiare del reddito di inclusione (Rei) approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Il Rei sostituisce il Sia, sostegno all’inclusione attiva. L’importo dell’aiuto, destinato a ad assistere circa 400mila famiglie, corrisponde al massimo a quello dell’assegno sociale per gli over 65 senza reddito, pari a 485 euro al mese.
Chiaramente l’importo dipenderà dal numero dei componenti della famiglia e dalla situazione familiare e reddituale. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha twittato così: “Un aiuto a famiglie più deboli, un impegno di Governo, Parlamento e Alleanza contro la #povertà”.
Come si evince dal decreto, il reddito d’inclusione viene riconosciuto ai nuclei familiari che abbiano un valore dell’Isee, in corso di validità, non superiore a 6mila euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a 20mila euro.
Saranno prioritariamente ammessi al Rei i nuclei con figli minorenni o disabili, donne in stato di gravidanza o disoccupati ultracinquantacinquenni. Il Rei resta compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa, ma non sarà compatibile con la contemporanea fruizione, da parte di qualsiasi componente il nucleo familiare, della NASpI o di altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria.
Il Rei si compone, da un lato, di un beneficio economico erogato su dodici mensilità (con un importo che andrà da circa 190 euro mensili per una persona sola fino a quasi 490 euro per un nucleo con 5 o più componenti) e dall’altro di una componente di servizi alla persona identificata, in esito a una valutazione del bisogno del nucleo familiare che terrà conto, tra l’altro, della situazione lavorativa e del profilo di occupabilità, dell’educazione, istruzione e formazione, della condizione abitativa e delle reti familiari, di prossimità e sociali della persona e servirà a dar vita a un ‘progetto personalizzato’ volto al superamento della condizione di povertà.
Al Reddito di inclusione, attraverso le risorse del Fondo nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale e quelle derivanti dalla razionalizzazione degli strumenti esistenti di contrasto alla povertà, sono destinati un miliardo e 845 milioni di euro, incluse le risorse per rafforzare i servizi, a cui si aggiungono anche le risorse a carico del PON Inclusione (complessivamente un miliardo fino al 2022) per un totale di oltre 2 miliardi di euro l’anno dal 2019.
Il ReI sarà concesso per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall’ultima erogazione prima di poterlo richiedere nuovamente. Al ReI si accederà attraverso una dichiarazione a fini Isee ‘precompilata’. Il decreto disciplina anche le possibili espansioni del Rei, in termini di graduale incremento del beneficio e dei beneficiari. In presenza di maggiori risorse o di risparmi strutturali, l’estensione della misura potrà essere realizzata mediante l’adozione di un Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, da adottarsi con decreto del presidente del Consiglio dei ministri.
Il decreto istituisce inoltre la Rete della protezione e dell’inclusione sociale, presieduta dal ministro del Lavoro e delle politiche sociali e composta da rappresentanti dei diversi livelli di governo. Si tratta di una struttura permanente di confronto e programmazione delle politiche sociali, nonché di coinvolgimento nelle decisioni programmatiche del terzo settore, delle parti sociali e degli altri stakeholder. La Rete si articola in tavoli regionali e territoriali e ha l’obiettivo di rendere più omogeneo il sistema superando le attuali sperequazioni territoriali.
Il decreto prevede, in conclusione, l’istituzione del Comitato per la lotta alla povertà, quale organismo di confronto permanente tra i diversi livelli di governo e specifica articolazione tecnica della Rete e l’istituzione dell’Osservatorio sulle povertà quale gruppo di lavoro permanente, con il compito di predisporre un Rapporto biennale sulla povertà, in cui sono formulate analisi e proposte in materia di contrasto alla povertà, di promuovere l’attuazione del ReI, evidenziando eventuali problematiche riscontrate, anche a livello territoriale, e di esprimere il proprio parere sul Rapporto annuale di monitoraggio sull’attuazione del ReI.