È di un morto e 35 feriti il drammatico bilancio degli scontri avvenuti tra i suprematisti bianchi (tra cui neonazisti, Ku Klux Klan e destra radicale) e i militanti antirazzisti a Charlottesville, in Virginia. A causare la vittima e i feriti è stata un’auto finita intenzionalmente sui manifestanti antirazzisti.
È stato dichiarato lo stato d’emergenza anche alla luce dell’incidente che ha visto protagonista un elicottero della polizia che sorvolava la città, precipitato al suolo: i due agenti che erano a bordo sono morti. È emerso come numerosi manifestanti di estrema destra si siano presentati al corteo visibilmente armati in tenuta paramilitare, mostrando fucili semiautomatici.
I primi scontri si sono verificati tra manifestanti e contromanifestanti con scambi di sassate e bottigliate, quindi un’auto si è schiantata contro la folla: “Una vita è andata persa. Chiedo a tutti di andare a casa”, ha affermato Michael Signer, sindaco di Charlottesville, commentando gli incidenti.
Il conducente dell’auto impazzita, il 20enne James Alex Fields di Maumee, in Ohio, è stato fermato: l’ipotesi di reato è terrorismo domestico. L’Fbi ha annunciato l’apertura di un’inchiesta per possibili violazioni dei diritti civili. La polizia ha poi arrestato altre tre persone: Troy Dunigan, 21enne di Chattanooga (Tennessee), accusato di turbativa della quiete pubblica, Jacob L. Smith, 21enne di Louisa (Virginia), per violenza e percosse, e James M. O’Brien, 44enne di Gainesville (Florida) per avere con sé una pistola nascosta.
Scopo della manifestazione di protesta era quello di denunciare il progetto della città di Charlottesville di eliminare la statua di un generale sudista favorevole allo schiavismo. Sugli scontri è intervenuto anche il presidente americano, Donald Trump, condannando le violenze su Twitter: “Non c’è posto per questo tipo di violenza in America”, ha spiegato.
Il tweet di Trump ha però sollevato diverse polemiche per lo scarso tempismo con il quale è stato postato. Inoltre non si è mai schierato contro i suprematisti. Hillary Clinton ha attaccato: “L’incitamento che ci ha portato qui è reale e va condannato così come vanno condannati i suprematisti bianchi”.
“Caro presidente, il diavolo va chiamato con il suo nome: suprematisti bianchi e terrorismo domestico”, ha ribadito il senatore repubblicano Cory Gardner. L’ex presidente Bill Clinton che ha invitato a opporsi in modo secco e deciso al suprematismo bianco.
Foto da Twitter.