I sospetti sulle potenzialità atomiche della Corea del Nord adesso sono diventati certezza: Pyonyang è riuscito a produrre con successo una testata nucleare miniaturizzata entrando nell’ultima fase del suo programma atomico. Lo affermano fonti dell’intelligence Usa e un rapporto del ministero della Difesa giapponese.
Secondo i media internazionali, la Corea del Nord starebbe considerando un piano per colpire Guam, l’isola statunitense ubicata nell’Oceano Pacifico. La risposta di Trump è stata diretta e veemente: “Se la Corea del Nord continuerà con l’escalation militare messa in campo la risposta americana sarà fuoco e furia, come il mondo non ha mai visto“.
Kim Jong-un avrebbe il controllo di almeno 60 ordigni atomici, adesso utilizzabili per produrre bombe più piccole. Gli Stati Uniti si sentono sempre più minacciati dall’ipotesi di missili balistici intercontinentali a testata nucleare pronti a colpire quanto meno la costa ovest degli Usa, da Seattle a Los Angeles. Stessi timori per Giappone e Corea del Sud.
Il rapporto della Defense Intelligence Agency è arrivato alle stesse conclusioni del rapporto del ministero della Difesa giapponese, secondo cui il programma nucleare e missilistico nordcoreano sarebbe oramai entrato in uno stadio finale. Non si sa se il regime di Kim abbia già sperimentato le nuove testate atomiche, ma è chiaro come ormai sia solo una questione di tempo.
Ed ecco che l’opzione militare ideata dal Pentagono che comprende l’attacco ai siti atomici con raid aerei, ritorna d’attualità. A questo punto anche Pechino è alle strette, adesso si rende conto del pericolo rappresentato da Pyongyang e potrebbe quindi impegnarsi per esercitare una reale influenza sul regime nordcoreano.